Roma, sventato blitz degli eco-attivisti al laghetto dell’Eur: sequestrato tracciante idrico e striscioni

Polizia in azione

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Mattinata movimentata al laghetto dell’Eur, una delle aree verdi più frequentate di Roma tra famiglie, sportivi e turisti. Gli agenti del Commissariato di Polizia “Esposizione”, impegnati in normali controlli del territorio, hanno intercettato otto attivisti del movimento ambientalista Extinction Rebellion mentre si radunavano in modo considerato sospetto nei pressi del bacino. Secondo quanto ricostruito, l’arrivo scaglionato dei primi partecipanti, in attesa di altri compagni, ha insospettito le pattuglie presenti. La vigilanza in questa zona è particolarmente sensibile: il laghetto è un punto nevralgico per il tempo libero di migliaia di cittadini e ogni iniziativa non autorizzata può tradursi in rischi per la sicurezza o in pesanti disagi per la fruizione degli spazi pubblici.

Gli zaini controllati e il “tracciante idrico” pronto allo sversamento

A partire da questi movimenti, gli agenti hanno deciso di effettuare controlli mirati sui presenti. Negli zaini degli attivisti, riferisce la Polizia, sarebbe emerso l’occorrere per un blitz già organizzato. Oltre al materiale propagandistico, è stato rinvenuto un “tracciante idrico” colorato, pronto – secondo gli inquirenti – per essere sversato nelle acque del laghetto. L’obiettivo ipotizzato: tingere il bacino per ottenere un forte impatto visivo e mediatico. Un’azione che, pur rivendicata come simbolica da molti movimenti ambientalisti, rischia di creare allarme tra i frequentatori dell’area, di compromettere temporaneamente l’utilizzo del parco e di richiedere interventi straordinari di pulizia e monitoraggio.

Lo striscione “fermiamo l’ecocidio” e i volantini politici

Nel materiale sequestrato figura anche uno striscione con la scritta “fermiamo l’ecocidio”, slogan in linea con le battaglie globali di Extinction Rebellion contro la crisi climatica. Accanto al messaggio ambientalista, però, gli agenti hanno trovato anche volantini a sostegno della causa palestinese e contro il colosso energetico Eni. Un mix di rivendicazioni che intreccia temi internazionali, geopolitica ed energie fossili. Per i cittadini, questo significa che le aree pubbliche più frequentate restano al centro non solo di manifestazioni autorizzate, ma anche di azioni improvvise e ad alto impatto simbolico. Da qui l’attenzione delle forze dell’ordine, chiamate a intervenire prima che il messaggio venga “lanciato” attraverso gesti eclatanti negli spazi comuni.

Identificati gli attivisti, uno aveva un provvedimento pendente


I poliziotti hanno identificato uno per uno gli otto attivisti, accompagnandoli negli uffici del Commissariato territorialmente competente per ulteriori approfondimenti. Si tratta di una procedura standard in casi di iniziative non preannunciate, soprattutto quando viene rinvenuto materiale che fa pensare a un’azione coordinata. Nel corso degli accertamenti è emerso che su uno dei componenti del gruppo pendeva un rintraccio per la notifica di un provvedimento di polizia, prontamente eseguita. L’episodio mostra come i controlli nelle aree sensibili non servano solo a prevenire blitz spettacolari, ma anche a far emergere situazioni personali già attenzionate dalle autorità.

Cosa cambia per chi frequenta il laghetto dell’Eur

Per chi ogni giorno passeggia, corre o porta i bambini al laghetto dell’Eur, la notizia ha una ricaduta diretta: l’intervento tempestivo ha evitato che le acque venissero colorate e che l’area diventasse, di fatto, il teatro di una protesta a sorpresa. Nessuna chiusura straordinaria, nessuna interruzione delle attività quotidiane, nessun allarme immediato per i cittadini presenti in zona. Resta però il tema di fondo: la crescente tendenza a usare i luoghi simbolo della città come palcoscenico per azioni dimostrative. Un equilibrio delicato tra libertà di protesta, tutela dell’ambiente urbano e diritto dei romani a vivere serenamente i loro spazi pubblici.