Roma, tentato omicidio in viale Eritrea: 23enne accoltellato davanti alla barberia
Il ragazzo era a terra, ferito e ancora lucido, quando i Carabinieri lo hanno visto in mezzo al marciapiede di viale Eritrea, poco dopo le 18:30. Diverse coltellate al torace e alla zona lombare, sangue che scivolava sull’asfalto e una manciata di minuti per capire quanto fosse grave. I militari hanno chiamato i soccorsi e il 23enne romano è stato portato d’urgenza al Policlinico Umberto I.
I medici gli hanno dato 30 giorni di prognosi, spiegando che quelle quattro ferite da arma da taglio avrebbero potuto ucciderlo se non avesse evitato, per un soffio, il fendente diretto al petto, deviato all’altezza dell’ascella.
Il debito da 15 euro, la lite sedata e l’aggressione
La dinamica, ricostruita dai Carabinieri, parte da un episodio che definire banale è un eufemismo. Quel pomeriggio la vittima aveva raggiunto la barberia dove lavorava l’indagato, un 23enne egiziano, conoscente di vecchia data. Gli aveva chiesto un taglio di capelli senza pagare, in compensazione di un piccolo debito: 15 euro. Sarebbe stata la sua parte di una corsa in taxi che aveva pagato da solo qualche giorno prima.
La discussione, secondo i testimoni, si era placata. Tutto sembrava già chiuso. Invece, pochi minuti dopo, l’egiziano avrebbe ritrovato il ragazzo fuori dal negozio e lo avrebbe colpito con un’arma da taglio, per poi scappare facendo perdere le proprie tracce.
Da quel momento sono partite indagini serrate: pedinamenti, verifiche incrociate, ascolto delle testimonianze. In capo a pochi giorni i Carabinieri della Stazione di Roma Viale Eritrea erano già risaliti al presunto aggressore. La Procura di Roma ha emesso un decreto di fermo eseguito il 5 dicembre in via Curione, nel quartiere Tuscolano. Lì i militari hanno rintracciato l’indagato e lo hanno perquisito: nelle sue disponibilità c’era anche lo smartphone della vittima, sparito proprio nel pomeriggio dell’aggressione.
Il giovane è stato portato nel carcere di Rebibbia. Il fermo è stato convalidato e l’autorità giudiziaria ha disposto la permanenza in carcere con l’accusa di tentato omicidio.