Roma trema per l’arrivo dei tifosi inglesi per la partita degli Europei

tifosi inglesi

C’è preoccupazione per l’arrivo dei tifosi inglesi a Roma domani per la partita con l’Ucraina. E il più preoccupato di tutti in queste ore Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio.  Che ricorda il 19 febbraio del 2020, “al match di Champions League tra Atalanta e Valencia che fu una bomba virale, che fu devastante in termini di contagi per il Covid per il nostro Paese. Non vorrei che dopodomani a Roma, con l’arrivo dei tifosi inglesi per Inghilterra-Ucraina, ci ritrovassimo nelle stesse condizioni. L’Italia ha già dato: non si può morire per una partita di calcio”.

La Uefa garantisce che, visti i 5 giorni di quarantena necessaria, non arriveranno tifosi dal Regno Unito a Roma. “Allora se non c’è questa possibilità, perché il governo di Londra ha consigliato ai suoi concittadini di non partire? Non voglio – avverte l’assessore fare dell’allarmismo gratuito e sottolineo che i cittadini inglesi già presenti nella Capitale sono benvenuti. Ma dobbiamo essere pronti a intervenire, se qualcuno non rispetterà le disposizioni”.

“Il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi ieri ha deciso maggiori controlli intorno allo stadio Olimpico e alle fanzone. Non dobbiamo dimenticarci dei maxischermi”, aggiunge D’Amato. Anche gli scienziati sono preoccupati.  “Sarebbe il caso che i tifosi inglesi evitino di seguire la loro nazionale in Italia. Ma a questo punto ci vuole la massima severità nei controlli di chi arriva o è già in Italia da qualche giorno. Abbiamo visto ciò che è accaduto in Scozia dove quasi 2mila tifosi sono risultati positivi dopo una partita degli Europei.

Oggi in Italia abbiamo una situazione in netto miglioramento. Avere i tifosi inglesi ammassati sugli spalti, come abbiamo visto in alcune immagini televisive, vuol dire correre il rischio di avere focolai. E proprio in un momento in cui gli ospedali stanno uscendo dalla fase critica e provano a recuperare gli interventi e le visite non Covid. Non possiamo proprio permetterci un picco di positivi in questo momento”. Lo evidenzia all’Adnkronos Salute Claudio Mastroianni, direttore del Dipartimento di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma.

LPer Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, 5 giorni non bastano. Tifosi inglesi a Roma per la partita degli Europei Inghilterra-Ucraina con 5 giorni di quarantena? “Una agevolazione che sinceramente non capisco e farei loro, perché cinque giorni non bastano. Dov’è scritto che sono sufficienti per la variante Delta mentre ne servivano 10 per quella precedente che era meno trasmissibile? E’ questione, se non altro, di coerenza”.

“Sul sito viaggiare sicuri della Farnesina, fino al 18 giugno – sottolinea la virologa – si diceva che chi arrivava dalla Gran Bretagna doveva avere il Green pass vaccinale. Il tampone fatto nelle 72 ore oppure doveva stare in quarantena fiduciaria per 10 giorni. Adesso cosa è cambiato perché la quarantena sia stata ridotta a 5 giorni?”, chiede. “E’ una questione di coerenza, se davvero temiamo il contagio. E poi adesso vale il Green Pass o altro? C’è ancora molta confusione”, sostiene.