Roma, trovata morta in un bosco la 31enne Axenia Manoli, indagini in corso

Axenia Manoli, foto dal profilo Instagram

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La morte di Axenia Manoli, 31 anni, trovata senza vita nelle campagne di Cave, piccolo centro in provincia di Roma, ha sconvolto l’intera comunità locale. Non solo per la giovane età della donna, madre di due bambini, ma soprattutto per il clima di incertezza che circonda la vicenda. Il corpo, rinvenuto nella mattinata di venerdì in via di Santa Maria del Monte, non presentava segni evidenti di violenza. Tuttavia, l’assenza di elementi chiari non riduce l’allarme: al contrario, impone una riflessione più ampia sul tema delle scomparse e sulle criticità della prevenzione, della ricerca e del supporto alle famiglie coinvolte.

La scomparsa e la denuncia immediata

Axenia era scomparsa giovedì, dopo aver accompagnato i figli a scuola. Da quel momento non aveva più risposto al telefono e il marito aveva immediatamente denunciato la scomparsa ai carabinieri, attivando l’intera macchina delle ricerche. Un dato importante, perché le prime ore dopo una scomparsa sono spesso decisive. La prontezza della segnalazione ha permesso ai carabinieri di avviare tempestivamente controlli e verifiche sul territorio, esempio di un protocollo che, purtroppo, non sempre in passato è stato messo in moto con altrettanta rapidità. La vicenda ricorda a tutti l’importanza di non sottovalutare mai un allontanamento improvviso.

L’auto chiusa e ritrovata a distanza di 200 metri

A rendere più enigmatico il caso è la posizione dei due ritrovamenti: il corpo della giovane e la sua automobile, una Toyota Yaris, distavano circa 200 metri l’uno dall’altra. L’auto era chiusa, le chiavi erano nella disponibilità della donna, e all’interno della borsa non risultava mancare nulla. Anche l’abbigliamento — una felpa rosa, leggins neri e scarpe da ginnastica bianche — corrispondeva a quello del giorno della scomparsa. Un quadro che potrebbe suggerire un allontanamento volontario a piedi, ma non chiarisce ancora cosa sia accaduto nelle ore successive. È proprio in quel lasso di tempo — quasi 24 ore — che si concentrano i dubbi degli investigatori.

L’ipotesi del suicidio e l’attesa dell’autopsia

Al momento, gli inquirenti non escludono alcuna pista, ma l’ipotesi del suicidio sembra essere quella ritenuta più probabile. Tuttavia, senza un’autopsia, nessuna conclusione può essere presa per certa. Gli accertamenti medico-legali cercheranno di chiarire l’ora del decesso, gli eventuali segni interni e le condizioni fisiche della donna al momento della morte. È un passaggio fondamentale non solo per definire le cause, ma anche per ricostruire gli ultimi movimenti della vittima, che potranno dare risposte cruciali alla famiglia e alla comunità.

Cosa è successo nelle ultime 24 ore?

Uno degli aspetti più inquietanti riguarda proprio la cronologia. Dopo aver lasciato i figli a scuola, Axenia si è allontanata con la sua vettura per ragioni ancora ignote. Per quasi un giorno intero nessuno ha saputo dove fosse o cosa stesse facendo. Possibile che nessuno l’abbia incrociata? Si è fermata da qualche parte? Ha incontrato qualcuno? Oppure ha vagato da sola, fino a raggiungere la zona dove poi è stata ritrovata? Domande alle quali solo testimonianze, telecamere e rilievi scientifici potranno dare una risposta definitiva.

Un caso che richiama l’attenzione sulle persone scomparse

La storia di Axenia Manoli non è solo un fatto di cronaca: è un promemoria potente delle fragilità che possono colpire le persone vicino a noi, spesso senza che nessuno se ne accorga. Ogni anno in Italia migliaia di persone scompaiono, molte delle quali volontariamente, altre a causa di difficoltà personali di cui la società sa ancora troppo poco. Il dramma di Cave arriva come un invito a potenziare i percorsi di ascolto, prevenzione e aiuto psicologico, affinché episodi simili possano essere intercettati prima che sia troppo tardi.

In attesa della verità, il rispetto dovuto

Ora spetta agli inquirenti fare piena luce. Alla famiglia, nel frattempo, rimane il dolore più grande: quello di una perdita improvvisa e inspiegabile. In attesa che l’autopsia e le indagini chiariscano le circostanze della morte, l’unico vero dovere collettivo è quello del rispetto. Ed è proprio da questo rispetto che deve partire una riflessione più ampia: comprendere, prevenire e non voltarsi mai dall’altra parte.