Roma, trovato cadavere nel Tevere: è giallo

Tevere sommozzatori vigili del fuoco

Tragica scoperta ieri, 16 maggio, a Roma, intorno alle ore 21. Il corpo di un uomo, ormai in avanzato stato di decomposizione, è stato notato da alcuni passanti mentre galleggiava nelle acque del Tevere. Il cadavere è stato trovato nei pressi di Ponte Vittorio Emanuele II. Immediatamente allertati, i Vigili del Fuoco del reparto fluviale sono intervenuti per il recupero.

Roma, “Correte, si è buttato nel Tevere”: uomo scompare tra le acque del fiume

Recuperato il corpo di un 40enne

Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, è stato trasportato sulla banchina del lungotevere degli Altoviti. Secondo i primi rilievi, si tratta di un uomo, apparentemente di circa 40 anni e di origine straniera. Non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza sul corpo, ma le condizioni in cui è stato trovato rendono difficile una valutazione precisa.

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Roma San Pietro e il Nucleo Investigativo di via In Selci, oltre al medico legale, che hanno avviato le indagini per chiarire l’identità della vittima e le circostanze della morte. La salma dell’uomo è stata portata all’ospedale Gemelli, dove verrà effettuato l’esame autoptico che consentirà di fare maggiore chiarezza. Al momento, tutte le ipotesi restano aperte, compresa quella di un possibile collegamento con una persona scomparsa nei giorni scorsi. Il 12 maggio, infatti, un uomo era stato visto gettarsi nelle acque del fiume, all’altezza del Lungoteve Augusta, a poca distanza dall’Ara Pacis. A dare l’allarme una passante, che aveva immediatamente chiamato la polizia.

I cadaveri senza volto

La scoperta di ieri sera si inserisce in un contesto più ampio e preoccupante. Secondo dati aggiornati a febbraio 2025, nella provincia di Roma ci sono ancora 248 cadaveri non identificati, molti dei quali trovati in condizioni simili: senza documenti, con abiti deteriorati e in stato avanzato di decomposizione. La maggior parte sono uomini, ma in alcuni casi il sesso risulta “non definito” a causa delle condizioni dei corpi.

Le autorità continuano a lavorare per dare un nome e una storia a queste vittime silenziose, nella speranza di restituire loro dignità e, se possibile, giustizia.