Roma, truffa del finto carabiniere: madre e figlia incastrano il malvivente con un pacco di posate

Roma, truffa del finto carabiniere madre e figlia incastrano il malvivente con un pacco di posate

Ha suonato il telefono e una voce si è presentata come un maresciallo dei Carabinieri. Diceva che il nipote aveva causato un grave incidente e che per evitargli l’arresto servivano subito soldi e gioielli. Ma la truffa non è andata a segno. La Polizia di Stato è arrivata in tempo grazie alla prontezza di madre e figlia, che hanno smascherato il raggiro con un pacco di posate e fatto arrestare un ventinovenne napoletano.

La scena è avvenuta nel quartiere Esquilino, a Roma. L’anziana signora stava parlando al telefono con un uomo che si spacciava per carabiniere, quando è entrata in casa la figlia. Quest’ultima, ascoltando la conversazione e capendo subito che si trattava di una truffa telefonica, ha allertato il Commissariato Esquilino. I poliziotti si sono messi in movimento in pochi minuti.

Nel frattempo, le chiamate sono diventate sempre più insistenti. Prima il falso maresciallo, poi un altro complice che cercava di imitare la voce del presunto nipote disperato. Il messaggio era chiaro: preparare un sacchetto con tutto il denaro e i preziosi presenti in casa e buttarlo dalla finestra.

Il pacco di posate e l’arresto

Ma la polizia era già pronta. In coordinamento con la figlia della vittima, gli agenti hanno suggerito di fingere di accettare le condizioni del truffatore. Hanno così confezionato un falso pacco riempito con delle semplici posate da cucina. Poco dopo, un giovane è comparso nei pressi del citofono. Al telefono, camminava avanti e indietro guardandosi attorno. Quando ha raccolto il pacco, è scattato il blitz: fermato e ammanettato, nonostante un tentativo di fuga.

Il ragazzo, originario di Napoli, è stato portato in commissariato e arrestato con le accuse di estorsione aggravata e continuata e resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto per lui l’obbligo di dimora nella sua città e l’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria.

La truffa è stata evitata solo grazie alla prontezza delle due donne e al rapido intervento delle forze dell’ordine. Sono in corso ulteriori indagini per capire se ci siano altri complici coinvolti.