Roma, turista 14enne muore per allergia alle arachidi: indagata la ditta che distribuisce il dessert

Roma, il ristorante I Love Kebab in zona Gianicolense

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Una vacanza a Roma si è trasformata in tragedia per una famiglia inglese. Il 24 ottobre scorso, una ragazza di 14 anni è morta per uno shock anafilattico dopo aver consumato un dessert contaminato da arachidi in un ristorante della capitale. La giovane, allergica alle arachidi, aveva assaggiato un baklava ordinato al tavolo dopo aver chiaramente informato il personale del locale delle sue condizioni. Dopo pochi minuti, si è sentita male. Trasportata d’urgenza all’ospedale San Camillo, è deceduta poco dopo il ricovero. Ora la procura di Roma indaga per omicidio colposo.

Le indagini: nel mirino l’importatore

Il ristoratore sarebbe stato escluso da ogni responsabilità, nonostante la Procura non abbia ancora emesso alcun atto formale in tal senso, come ci conferma l’avvocato Fabrizio Petrarchini. Secondo gli accertamenti, proprio il ristoratore aveva seguito correttamente le indicazioni fornite dalla famiglia e non aveva modo di sapere che il dessert, apparentemente sicuro, contenesse ingredienti pericolosi. La procura avrebbe invece iscritto nel registro degli indagati il rappresentante legale della ditta che importa e distribuisce in Italia il dolce. L’attenzione degli inquirenti si è quindi spostata lungo la filiera di produzione, dove si sospetta sia avvenuta la contaminazione.

Analisi e riscontri: nel dolce tracce non dichiarate

I campioni prelevati dal dessert sono stati analizzati dall’ASL Roma 6. I risultati sono inequivocabili: nel baklava erano presenti tracce di arachidi e pistacchi, ingredienti mai dichiarati sull’etichetta del prodotto. Secondo i tecnici, la contaminazione è avvenuta durante la fase di produzione all’estero. Il DNA allergenico rilevato conferma una responsabilità strutturale e non accidentale. Una mancanza grave, che ha causato la morte della giovane turista e che poteva mettere a rischio altre vite.

Dessert ritirato: scatta l’allerta alimentare

Dopo i primi riscontri, il prodotto incriminato è stato immediatamente ritirato dal mercato nazionale. Le autorità sanitarie hanno emesso un’allerta alimentare, disponendo il blocco della vendita nei due stabilimenti coinvolti nella distribuzione. Il richiamo del prodotto è stato notificato ufficialmente, nel tentativo di evitare ulteriori tragedie. Ma l’episodio ha aperto un nuovo fronte: quello della sicurezza alimentare e del controllo sulle importazioni.

La filiera sotto esame

Il caso è ora nelle mani dei magistrati Giovanni Conzo e Mario Dovinola, che stanno ricostruendo l’intera catena di fornitura del baklava: dal produttore estero al distributore italiano. Un’indagine che si annuncia complessa, ma necessaria. L’obiettivo è accertare chi abbia permesso l’immissione sul mercato di un alimento potenzialmente letale per soggetti allergici, senza fornire informazioni adeguate e obbligatorie per legge. La sicurezza dei consumatori non può dipendere dal caso o dalla fortuna.

In attesa dell’autopsia

Nei prossimi giorni, sarà completato l’esame autoptico sulla salma della giovane. Ma è difficile che l’autopsia contraddica i primi riscontri: la causa del decesso resta lo shock anafilattico innescato dall’ingestione di tracce di arachidi. Un verdetto che rischia di aprire un contenzioso internazionale e accendere i riflettori sull’importazione incontrollata di prodotti alimentari dall’estero, troppo spesso privi dei requisiti minimi di sicurezza.

Una questione di responsabilità

Quanto accaduto a Roma non è un incidente isolato, ma l’effetto di una filiera che, in assenza di adeguati controlli, può diventare pericolosa. Le responsabilità, come sta emergendo, non si fermano alle apparenze: vanno rintracciate a monte, dove la produzione e la distribuzione devono rispondere a norme chiare e rigorose. In gioco non c’è solo la giustizia per una famiglia distrutta, ma la tutela di milioni di cittadini che ogni giorno si fidano di ciò che portano in tavola.