Roma, tutto in una notte: Conte blinda la Raggi e Gualtieri si presenta alla farsa delle primarie

“Mi metto a disposizione di Roma, con umiltà e orgoglio. Partecipo alle primarie del 20 giugno. Costruiamo insieme il futuro della nostra città: io ci sono!”. Lo scrive su twitter l’ex ministro Roberto Gualtieri annunciando la sua corsa alla candidatura per il Campidoglio. Immediatamente da tutto il soviet del Pd, a cominciare da Letta, arrivano le congratulazioni e gli incoraggiamenti per le primarie. Primarie che sono a questo punto un’autentica farsa. Perché è chiaro che Gualtieri è l’uomo forte del Pd, il prossimo candidato al Campidoglio. Gli altri candidati alle primarie, infatti, nessuno o quasi li conosce. Sono Giovanni Caudo, Tobia Zevi, Paolo Ciani, Rossella Muroni e, forse, Monica Cirinnà, l’unica che si è sentita qualche volta nominare.
Gualtieri è un uomo di apparato
Quindi a che scopo tenere questa liturgia delle primarie? Anche perché il Pd non sempre accetta candidato il vincitore di primarie libere e democratiche, come è accaduto proprio nel Lazio qualche tempo fa. Se il candidato non è allineato arrivano le purghe piddine che incoronano qualcuno più ortodosso. Gualtieri invece è un uomo di apparato. Ex Fgci, ex Pci, è stato eurodeputato nonché ministro dell’Economia, lui che è uno storico. Vedremo cosa proporrà.

Conte blinda la Raggi, che però ha già fatto due mandati
E nello stesso giorno in cui Gualtieri si lanciava, l’ex premier Giuseppe Conte a sua volta lanciava Virginia Raggi, che in realtà si è già autocandidata da tempo. E’ vero che è sindaco uscente, ma per la Raggi questo sarebbe un eventuale terzo mandato. Com’è finito il diktat grillino sui due mandati? La questione, ampiamente dibattuto, è stata lasciata cadere, altrimenti molti big del partito non potrebbero ripresentarsi, a cominciare da Di Maio. Conte crede che un altro sindaco grillino sarebbe l’ammissione di un cattivo governo e così blinda la Raggi. Non crediamo che abbia molte chanche, nonostante le numerose macchinette mangiaplastica che ha fatto installare.
Vedremo se i grillini avranno lo stomaco di votare Gualtieri al ballottaggio
Del terzo autocandidato, Carlo Calenda, che ancora insiste, non vale la pena di parlare. Uno che ha utilizzato il Pd per farsi eleggere e poi lo ha abbandonato, non crediamo abbia lasciato un buon ricordo a sinistra. La scelta di Gualtieri e della Raggi in realtà è stata obbligata. Per quattro anni e mezzo grillini e Pd a Roma si sono massacrati, insultati, criticati, in una lotta senza quartiere. Siamo pronti a scommettere che quando la Raggi sarà sconfitta al primo turno, molti grillini avranno le loro difficoltà a votare il candidato del Pd. Adesso aspettiamo che il centrodestra partorisca il suo candidato. Se sarà persona autorevole non avrà difficoltà a vincere al primo turno.