Roma, un megacontainer a piazza di Spagna: “È pura follia”. Polemica sulla nuova installazione nel cuore del centro storico

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Una nuova installazione fa discutere e accende la polemica tra cittadini, commercianti e opposizione politica: al centro di tutto c’è un megacontainer dal design moderno – vetri scuri, led e profili metallici – comparso in questi giorni proprio a piazza di Spagna, una delle location simbolo della Capitale, protetta dall’Unesco e considerata universalmente uno dei luoghi più belli al mondo. L’obiettivo dichiarato è fornire un punto di informazione turistica con servizi igienici annessi, ma il risultato, secondo molti, sarebbe un grave sfregio estetico e culturale al cuore del centro storico.

A sollevare con forza la questione è stato Ermenegildo Rossi, segretario Ugl di Roma e provincia, che parla senza mezzi termini di “ennesima follia amministrativa”. In una nota durissima, Rossi denuncia: Mai, fino ad oggi, era stata violata una zona tutelata dall’Unesco come piazza di Spagna. Quello che dovrebbe essere il salotto cittadino più bello del mondo sta per essere deturpato da un mostro fatto di vetri scuri e led pubblicitari, un’installazione che si addice più a Las Vegas che a Trinità de’ Monti”.

Un container tra le transenne del Giubileo

L’infrastruttura, per ora parzialmente nascosta dalle transenne dei lavori per il Giubileo del 2025, ha già scatenato la reazione indignata di numerosi residenti e operatori commerciali della zona, che denunciano una scelta imposta dall’alto, senza alcun confronto con la cittadinanza o le istituzioni locali. L’amministrazione capitolina, al momento, non ha replicato alle critiche, ma il malcontento cresce. “Abbiamo ricevuto decine di segnalazioni – prosegue Rossi – da cittadini e commercianti. Questo megabox è un insulto al decoro urbano e una violazione dei pareri vincolanti già espressi nel 2015, che vietavano qualsiasi manufatto in superficie in questa zona”.

Secondo l’Ugl, infatti, l’attuale intervento non solo non rispetterebbe i vincoli architettonici del centro storico, ma rappresenterebbe anche uno spreco di risorse pubbliche. Il costo dell’installazione si aggirerebbe intorno ai 450mila euro. “Se Gualtieri voleva fare un regalo ai turisti, poteva salire sulla scalinata e cantare uno stornello. Avrebbe fatto meno danni”, ironizza amaro il sindacalista.

Polemica politica e accuse

Il segretario dell’Ugl non risparmia attacchi diretti all’attuale amministrazione guidata dal sindaco Roberto Gualtieri, accusata di agire con prepotenza amministrativa, ignorando associazioni, comitati di quartiere e persino i regolamenti. Il riferimento è ai pareri della Sovrintendenza Capitolina e del Ministero della Cultura, che già dieci anni fa avevano bocciato proposte simili. “Non è la prima volta che vediamo strutture di questo tipo a Roma – aggiunge Rossi – ma mai erano state piazzate in un’area così sensibile. Da Testaccio a San Giovanni, quei moduli sono sempre stati collocati in contesti molto diversi. Portarli oggi nel cuore monumentale della Capitale è inaccettabile.

Il nodo dei bagni pubblici

Uno degli argomenti portati a sostegno dell’installazione è la necessità di bagni pubblici per i turisti, che affollano quotidianamente la piazza. Ma secondo i critici, si tratta di una giustificazione debole: “A piazza di Spagna c’erano già servizi pubblici, perfettamente integrati con l’ambiente. Non si capisce perché demolirli e sostituirli con un’enorme struttura che sembra un centro commerciale”, sottolinea Rossi. Una vicenda che solleva interrogativi più ampi sul futuro del centro storico di Roma, sul ruolo della tutela del patrimonio culturale e sul modello di accoglienza turistica che la città vuole adottare. Piazza di Spagna non è solo una destinazione per selfie e passeggiate: è un simbolo della romanità, della bellezza architettonica, della storia condivisa. Intervenire in maniera così impattante senza una visione condivisa rischia di compromettere il fragile equilibrio tra vivibilità urbana, turismo e conservazione dei beni culturali.

Monta da protesta

Nel silenzio (al momento) del Campidoglio, la protesta monta e potrebbe sfociare presto in azioni formali da parte di comitati e associazioni. Intanto, il “megacontainer” resta lì, visibile agli occhi di cittadini e turisti, simbolo – per alcuni – della modernizzazione necessaria, per molti altri dell’ennesimo sfregio a una città che chiede rispetto.