Roma, “Vada a Gaza”: vernice rossa sulla statua di Giovanni Paolo II a piazza dei Cinquecento

Una macchia di vernice rossa e una frase provocatoria hanno trasformato, per qualche ora, la statua di Giovanni Paolo II davanti alla stazione Termini di Roma in un simbolo di tensione. Durante la manifestazione a sostegno della Palestina, qualcuno ha imbrattato il monumento dedicato al Papa polacco con la scritta: “Sua santità vada a Gaza. Cristo muore lì ogni giorno”. Un gesto che ha subito acceso le polemiche e scosso la città.
L’opera, che domina piazza dei Cinquecento, si trova a pochi metri dal presidio fisso dei manifestanti pro Palestinache da giorni stazionano nell’area. Pochi minuti dopo l’imbrattamento, la scritta è stata coperta con un lenzuolo bianco, nel tentativo di smorzare una provocazione che ha però già lasciato il segno.

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Condanna per il gesto
«Ferma condanna per l’atto di vandalismo avvenuto a Roma, dove la statua di Papa Giovanni Paolo II è stata imbrattata con scritte offensive. Questo gesto è inaccettabile, offende la città e l’intera cristianità», ha dichiarato Fabio Sabbatani Schiuma, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia. Schiuma ha ricordato come la statua rappresenti «un simbolo importante della città di Roma e un omaggio al pontefice che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia recente». Il politico ha inoltre ringraziato i Carabinieri per l’intervento tempestivo, auspicando che le telecamere di sorveglianza aiutino a identificare i responsabili del gesto.
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La manifestazione del 4 ottobre
In attesa della manifestazione che avrà inizio alle 14:30, a Roma l’atmosfera resta tesa, ma abbastanza tranquilla. Ieri le proteste pro Palestina si sono svolte in maniera pacifica sia davanti alla stazione Termini che in altre zone della città, mentre si moltiplicano le prese di posizione contro ogni forma di vandalismo o strumentalizzazione politica. L’immagine della statua imbrattata rimane però forte: un gesto che, in nome di una causa, ha colpito un simbolo religioso e civile, aprendo un nuovo fronte nel dibattito sulla libertà di manifestare e sul rispetto dei luoghi di culto e della memoria.