Roma, via ai ‘nuovi’ cassonetti Ama per rifiuti indifferenziati: Gualtieri riporta i romani agli anni ’80

Roma, la promessa elettorale del sindaco Roberto Gualtieri (riportata nero su bianco nel programma elettorale del 2021) di incrementare la raccolta differenziata Porta a Porta svanisce. E lo fa sotto il peso delle decisioni di Ama (la municipalizzata dei rifiuti capitolina) e della Giunta capitolina. Nelle scorse ore, il Comune di Roma ha difatti autorizzato l’installazione di nuovi cassonetti stradali anche per rifiuti indifferenziati in zone centrali della città. A partire da viale Parioli e via Giulio Romano. Nel suo programma elettorale Gualtieri e l’assessore Sabrina Alfonsi avevano pre-annunciavano l’estensione del Porta a Porta e l’introduzione dei cassonetti “intelligenti”, capaci di premiare i cittadini virtuosi. Oggi, al contrario, si torna a un sistema che sa di passato, di inefficienza cronica. Di una città immobilizzata agli schemi politici e tecnici degli anni Ottanta. Non è un caso che le percentuali di Porta a Porta di Roma siano sostanzialmente ferme da anni a livelli indegni di un Paese civile e di una Capitale come Roma.
Le strade di Roma che riceveranno i cassonetti per rifiuti indifferenziati
Il provvedimento del comune di Roma stabilisce discipline provvisorie di traffico per consentire l’installazione dei nuovi contenitori Ama. Visto che quelli vecchi sono quasi tutti letteralmente devastati. Dal 11 al 20 settembre 2025 sarà vietata la sosta h-24 in viale Parioli, nel tratto compreso tra i numeri civici 178 e 190. Successivamente, dal 20 al 28 settembre 2025, toccherà a via Giulio Romano, lato destro del senso unico fino all’incrocio con via Angelo Secchi. Poi seguiranno i provvedimenti relativi ad altre vie sempre del centro.

La motivazione ufficiale del Comune di Roma (e di Ama) riguarda la necessità di ripristinare postazioni per i rifiuti solidi urbani e differenziati. Ma la sostanza non cambia. Il cuore di Roma continua ad accogliere, ieri come oggi. I cassonetti tradizionali, simbolo di una gestione che privilegia la strada più semplice. A discapito della modernizzazione e del rispetto di salute umana e ambiente.
Le promesse mancate del sindaco Gualtieri e della sua Giunta
Il programma elettorale di Gualtieri era chiaro: rafforzare la raccolta Porta a Porta, ridurre la produzione di rifiuti e spingere verso il riciclo. L’obiettivo dichiarato era anche quello di introdurre la tariffazione puntuale, basata sul principio “chi meno produce e meglio differenzia, meno paga”. I romani, invece, non solo continuano a pagare bollette che sembrano veri e propri salassi. Ma anche a vedere, sotto casa, in pieno centro come in estrema periferia, i ‘cari’ e ‘vecchi’ cassonetti per rifiuti indifferenziati, quelli diffusi negli anni ’80. O, al massimo, quelli della cosiddetta raccolta differenziata stradale che troppo spesso vengono trasformati, anch’essi, in cassonetti per rifiuti indifferenziati.
Eppure, il Porta a Porta è un sistema già realtà in molti comuni italiani ed europei. Che ha dimostrato di essere lo strumento più efficace per ridurre la quota di indifferenziato e aumentare il recupero di materie prime. Roma, invece, continua a rimanere intrappolata in un modello obsoleto. Con cassonetti per rifiuti indifferenziati sempre pieni. Strade spesso sporche. E percentuali generali e comunali di riciclo tra le più basse delle grandi capitali europee.
Il paradosso, il Porta a Porta ‘dimenticato’ e l’inceneritore che… spunta dal nulla
Mentre la città con Gualtieri ‘dimentica‘ il Porta a Porta, la Giunta al contrario accelera, ma sul progetto dell’inceneritore a Santa Palomba, in corso di realizzazione nell’area sud della Capitale. Inceneritore che non era previsto nel programma elettorale 2021 del primo cittadino Roberto Gualtieri, ma che è ‘spuntato’ nell’agenda politica del primo cittadino ad insaputa dei suoi elettori, come il classico coniglio dal cilindro del prestigiatore.
Una scelta che spinge Roma in direzione opposta rispetto alle politiche ambientali più avanzate d’Europa, dove si lavora per ridurre al minimo la quantità di rifiuto da bruciare. L’inceneritore, presentato da Gualtieri come soluzione definitiva, rischia di diventare invece un macigno economico e ambientale: un’infrastruttura che richiede ingenti investimenti e che vincola la città a un modello di gestione basato sullo smaltimento, piuttosto che sulla prevenzione e sul recupero. E che appesterà l’aria per decine di km circostanti il sito per i decenni a venire.
Gualtieri ‘condanna’ Roma all’arretratezza nel settore Rifiuti
Tornando ai nuovi-vecchi cassonetti Ama per rifiuti indifferenziati, è giusto sottolineare come non sono soltanto un dettaglio tecnico. Rappresentano un simbolo, il segnale che Roma, con Gualtieri, ha smarrito la strada della modernizzazione pre-annunciata nel programma elettorale del 2021. Il Porta a Porta non cresce, i cassonetti intelligenti restano una promessa non mantenuta e i cittadini continuano a pagare il prezzo di un sistema inefficiente sulle bollette Tari.
Il paradosso è evidente: mentre altre città europee riducono la produzione di rifiuti e incrementano il riciclo, Gualtieri sembra riportare indietro le lancette del tempo, tornando a una logica emergenziale che non guarda al futuro ma si rifugia nel passato. Gualtieri, quindi, condanna Roma all’arretratezza, mentre l’inceneritore incombe come il vero simbolo del futuro che la Giunta ha scelto per i cittadini romani, dei Castelli Romani, di Ardea e Pomezia, senza che nessuno li avesse avvertiti per tempo.