Roma, via al bando a sostegno dei piccoli teatri, contributi fino a 30mila€: come partecipare

Roma, un piccolo teatro della Capitale

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Roma, è online il nuovo avviso pubblico per sostenere le piccole sale teatrali private della capitale. L’obiettivo è chiaro: ampliare la fruizione e la funzione dei teatri sotto i 100 posti, aiutando gestori, associazioni e piccoli imprenditori a programmare la stagione 2025/2026 (comunque fino al 30 giugno 2026). Una misura di pubblica utilità pensata per presidiare i quartieri con cultura accessibile e diffusa, mentre la Capitale fa i conti con la crisi delle sale cinematografiche e la desertificazione degli spazi di comunità.

Perché adesso: il teatro come argine alla crisi delle sale

La Capitale vive una fase delicata per il comparto spettacolo: la contrazione del pubblico e i costi crescenti hanno colpito in primo luogo i cinema di quartiere. Il Comune risponde tentando di rafforzare la rete dei piccoli teatri, luoghi agili e vicini alle persone, capaci di offrire formazione, spettacoli, laboratori.

Chi può partecipare: platea piccola, impatto grande

Il bando è rivolto a gestori di sale teatrali private con capienza inferiore ai 100 posti, i cui locali non siano di proprietà di Roma Capitale. Possono partecipare soggetti privati del settore culturale — singoli imprenditori o realtà associative — purché legalmente costituiti, in regola con versamenti e adempimenti previdenziali e assicurativi, titolari di partita IVA e/o codice fiscale, e con documentazione che attesti la titolarità della gestione (proprietà o locazione). Sono esclusi i soggetti partecipati, a vario titolo, da enti pubblici.

Una proposta per ciascun soggetto, una sezione sola

Ciascun proponente potrà presentare una sola proposta e partecipare a una sola sezione del bando. La scelta va ponderata: il Comune comporrà graduatorie distinte per ciascuna sezione e i progetti ammessi saranno finanziati fino a esaurimento risorse. L’impostazione limita la dispersione dei fondi e punta su piani solidi, ben circoscritti e realizzabili entro la stagione di riferimento.

Due binari: spettacolo dal vivo e formazione

Il bando è articolato in due sezioni, complementari. Sezione 1 “Spettacolo dal vivo”: teatro, danza, performance, con programmazioni aperte al territorio. Sezione 2 “Formazione”: laboratori, workshop, studi preparatori e percorsi di apprendimento. L’idea è valorizzare i piccoli teatri non solo come palcoscenici, ma come presìdi educativi: luoghi in cui pubblico, artisti e aspiranti professionisti si incontrano, imparano e producono insieme cultura.

Le risorse: 600mila euro per la rete dei micro-teatri

Lo stanziamento complessivo è di 600mila euro, ripartiti tra le due sezioni: 180mila euro alla Sezione 1 (Spettacolo dal vivo) e 420mila euro alla Sezione 2 (Formazione). La scelta di rafforzare la formazione risponde a un’esigenza strutturale: creare competenze, pubblico e continuità di attività, così da rendere più sostenibile il ciclo produttivo nei teatri di piccola capienza.

Quanto si può ottenere: fino al 90% dei costi, massimo 30mila

Ogni progetto potrà ottenere un contributo fino al 90% della spesa preventivata e comunque non oltre 30.000 euro. Il tetto vale per entrambe le sezioni. La percentuale alta di cofinanziamento è un segnale concreto per realtà fragili che, senza un sostegno forte, rischiano di interrompere programmazioni e servizi al quartiere. Oltre al contributo economico, l’Amministrazione garantirà pubblicizzazione tramite i propri canali istituzionali, moltiplicando la visibilità delle iniziative finanziate.

Scadenze e invio: come non sbagliare

Le domande vanno inviate entro il 1° dicembre 2025 all’indirizzo PEC eventi.cultura@pec.comune.roma.it, indicando l’oggetto secondo le modalità previste dall’avviso. Un dettaglio importante: la presentazione corretta della candidatura è parte integrante della valutazione. Meglio predisporre con attenzione piano economico, cronoprogramma e descrizione delle attività, dimostrando coerenza con gli obiettivi della sezione scelta e la reale capacità di portare pubblico e formazione in sala.

I requisiti, in sintesi pratica

Per essere ammissibili occorre: essere soggetti privati del comparto culturale; avere finalità coerenti in atto costitutivo/statuto; essere legalmente costituiti; possedere partita IVA e/o codice fiscale; essere in regola con versamenti e adempimenti; gestire una sala teatrale privata sotto i 100 posti non di proprietà di Roma Capitale; disporre della documentazione che attesti la gestione della struttura. Questi elementi sono oggetto di autocertificazione ai sensi del D.P.R. 445/2000, da rendere con l’Allegato 1 previsto dall’avviso.

Cosa mettere al centro del progetto

Premiano i progetti che ampliano la fruizione (accessibilità, prezzi sostenibili, inclusione di pubblici fragili), rafforzano la funzione sociale del teatro nel quartiere e dimostrano sostenibilità organizzativa. Nella Sezione 2, curate la qualità didattica: profili dei docenti, obiettivi formativi, modalità di valutazione, sbocchi per i partecipanti. Nella Sezione 1, evidenziate la programmazione (titoli, compagnie, calendario) e l’impatto sulla comunità.