Roma, via al supermarket su area vincolata: il Tribunale promuove i tre ‘Sì’ degli ex Ministri Bonisoli e Franceschini

Roma, sullo sfondo l'area su cui sorgerà i nuovo market, nei pressi di via Via Ulrico Hoepli, Municipio XIII di Roma, fioto Google Maps, in primo piano gli ex Ministri della Cultura Franceschini, Bonisoli e l'attuale ministro Giuli

Contenuti dell'articolo

Roma, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal colosso del settore commerciale Eurospin Lazio contro il Ministero della Cultura, annullando il provvedimento di maggio scorso con cui la Soprintendenza Speciale Archeologia di Roma aveva bloccato l’apertura di un nuovo supermarket in via Ulrico Hoepli, nel XIII Municipio. La pronuncia ribalta la linea del Ministero della Cultura, attualmente guidato dal Ministro Alessandro Giuli (FdI), che aveva invocato vincoli archeologici per sospendere i lavori già autorizzati, partiti a maggio scorso, riconoscendo invece la validità dei pareri favorevoli al cantiere espressi negli anni precedenti, tra il 2017 e il 2019, durante i mandati degli ex Ministri Franceschini (PD) e Bonisoli (M5S).

Roma, una lunga battaglia amministrativa (e politica?) sul supermarket

Il progetto di costruzione del nuovo supermarket dell’Eurospin non è recente, ma risale al maggio 2019. Già nel 2017 però – Roma all’epoca era guidata dall’ex sindaca Virginia Raggi e al Ministero c’era Dario Franceschini – la Soprintendenza di Roma (una ‘costola’ del Ministero della Cultura) aveva autorizzato l’intervento, dopo verifiche archeologiche che non avevano individuato resti degni di tutela monumentale. Un secondo e definitivo via libera era arrivato nel 2019 – sindaca sempre Raggi, ma Ministro Bonisoli – a cui si era aggiunta l’autorizzazione paesaggistica di Roma. Nel 2023 l’amministrazione comunale – sindaco Roberto Gualtieri – aveva rilasciato anche il permesso di costruire definitivo.
Solo nel maggio 2025, a lavori pronti a partire, la stessa Soprintendenza ha cambiato rotta, ordinando un nuovo stop. Una frenata che la società ha giudicato illegittima e che il Tar ha ora ritenuto non supportata da alcuna reale motivazione giuridica.

La “longa manus” del Ministero, prima Franceschini, poi Bonisoli e infine… Giuli

Al centro della vicenda c’è la Soprintendenza Speciale di Roma, formalmente ufficio periferico del Ministero della Cultura. Ma di fatto braccio operativo dei governi che si succedono. A Roma, città eterna e crocevia di interessi archeologici e immobiliari, la Soprintendenza rappresenterebbe una sorta di ‘longa manus ministeriale’, spesso esposta alle pressioni politiche più o meno legittime dei ministri in carica.
Non sorprende, dunque, che i vari “Sì” e “No” sul progetto siano coincisi con le diverse ‘stagioni’ ministeriali: il primo ok con Bonisoli (M5S), il secondo ok con Franceschini (PD), e il successivo stop durante la ‘gestione Giuli‘ (FdI).

Le motivazioni del Tar sul nuovo supermarket di Roma

I giudici hanno chiarito un punto fondamentale: l’area è vincolata come zona di interesse paesaggistico-archeologico, ma non ospiterebbe alcun bene culturale qualificato e riconosciuto come tale. In assenza di un provvedimento formale che dichiari l’interesse culturale, non può applicarsi la tutela monumentale prevista dal Codice dei Beni Culturali.
Il Tar ha quindi considerato “erroneo e contraddittorio” il richiamo fatto dalla Soprintendenza all’articolo 21 del Codice, che disciplina gli interventi su beni culturali dichiarati tali. Di fatto, la sospensione dei lavori non aveva alcuna base legale.

La vittoria dell’Eurospin di Roma e del Lazio

Con la sentenza, Eurospin Lazio ottiene la possibilità di avviare il cantiere per la nuova struttura di vendita da oltre 1.200 metri quadri. Il Tribunale non solo ha annullato il recente stop ministeriale, ma ha anche condannato il Ministero della Cultura a rifondere le spese processuali, quantificate in 1.500 euro.

Uno scenario ancora aperto, per il Ministro Giuli, a livello giudiziario

La vicenda, tuttavia, non è conclusa. Se il Ministro Giuli decidesse di impugnare la sentenza davanti al Consiglio di Stato, secondo e ultimo grado della Giustizia amministrativa, il futuro del supermarket resterebbe sospeso. In caso contrario, i lavori potranno procedere senza ulteriori ostacoli.

Resta il dato politico: i contrasti interni al Ministero e la ‘mutevolezza’ delle decisioni della Soprintendenza, che in pochi anni è passata dal via libera al blocco, alimentando dubbi sulla sua reale autonomia e sulla capacità di garantire una tutela coerente del patrimonio culturale romano.

Il significato per Roma

La partita del supermarket non è solo una questione urbanistica, ma riflette il delicato equilibrio tra sviluppo economico e salvaguardia del paesaggio. Spesso, poi, dietro alle grandi catene commerciali si nascondo anche simpatie o antipatie politiche. In ogni caso, la sentenza del TAR segna un precedente importante: quando la tutela archeologica non è formalmente riconosciuta, i vincoli non possono trasformarsi in strumenti discrezionali per fermare interventi edilizi già autorizzati. Roma, con la sua storia millenaria e le sue fragili stratificazioni, resta al centro di questa eterna tensione: proteggere il passato o dare spazio al presente. Stavolta, almeno per i giudici, ha vinto il mercato.