Roma, via alla badante di condominio: dove e quando potrà si potrà usufruire (gratuitamente) del servizio

Roma, una badante

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Roma continua a invecchiare, e la fotografia demografica è ormai inequivocabile: un romano su quattro ha superato i 65 anni. In molti quartieri, soprattutto nelle periferie, i numeri sono ancora più alti e raccontano un fenomeno sociale che cresce in silenzio: anziani soli, spesso fragili, che vivono nelle case popolari senza una rete familiare solida o senza risorse economiche sufficienti per un’assistenza dedicata. Da questa realtà nasce un nuovo progetto sperimentale lanciata dal comune di Roma: la “badante di condominio”, una figura pensata per offrire un sostegno quotidiano, gratuito e condiviso all’interno dei palazzi di edilizia popolare.

Che cos’è il “badante di condominio”

Si tratta di un operatore o operatrice che lavorerà direttamente all’interno dei complessi residenziali comunali, con un ruolo molto chiaro: aiutare gli anziani autosufficienti nello svolgimento delle piccole attività quotidiane.
Non svolgerà compiti sanitari o mansioni specialistiche: non è un infermiere, non è un fisioterapista, non è un assistente medico. È invece una figura di supporto pratico e sociale pensata per chi vive ancora da solo, ma fatica a gestire molte incombenze essenziali.

Le mansioni: dalla spesa alle visite mediche

Il cuore del progetto è la quotidianità. Il badante di condominio affiancherà gli over 65 in tutte quelle attività che rappresentano una difficoltà crescente con l’avanzare dell’età: accompagnamento alle visite mediche, aiuto con la spesa, ritiro di farmaci e piccoli acquisti essenziali, passeggiate, gestione di piccole pratiche quotidiane come leggere o pagare le bollette, creazione di momenti di socialità dentro e fuori dal palazzo. L’obiettivo è duplice: ritardare la perdita di autonomia e allo stesso tempo ridurre l’isolamento sociale, uno dei fattori che più incide sul benessere psicologico degli anziani.

Un sostegno anche contro la solitudine

Il progetto interviene infatti su una delle situazioni più trascurate: la solitudine domestica. Molti anziani non escono più di casa non per motivi fisici, ma per paura, per mancanza di qualcuno che li accompagni o semplicemente perché non si sentono più parte della comunità.
Il badante condominiale, con una presenza fissa e riconoscibile nel palazzo, può diventare una figura di riferimento: qualcuno che suona al citofono, che propone un’uscita, che aiuta a trasformare piccoli gesti quotidiani in momenti condivisi.

Dove partirà la sperimentazione

L’avvio è previsto per il 2026 e interesserà i lotti popolari gestiti dal Comune di Roma, in particolare nelle aree periferiche dove si concentra la maggiore presenza di over 65 con redditi bassi.
In questi quartieri il rischio di isolamento è più elevato, le reti familiari sono spesso fragili e molti cittadini anziani vivono in condomìni dove le difficoltà si sommano: barriere architettoniche, servizi lontani, collegamenti insufficienti.

Una nuova idea di assistenza urbana

La sperimentazione si inserisce in una strategia più ampia di ripensamento dell’assistenza agli anziani. Non più solo interventi individuali e su richiesta, ma modelli comunitari, di prossimità, capaci di intervenire prima che la persona arrivi a necessitare un’assistenza specializzata o la residenzialità.
Il badante di condominio vuole essere un ponte tra autonomia e bisogno di aiuto, un sostegno che evita un peggioramento delle condizioni di vita e permette agli anziani di rimanere nella propria casa il più a lungo possibile.

Un tassello nel mosaico dell’housing sociale

Il progetto dialoga anche con l’espansione del cohousing pubblico. Oggi a Roma sono già oltre 200 gli over 65 che vivono in immobili comunali ristrutturati e dedicati alla vita condivisa, molti confiscati alla criminalità organizzata.
La “badante di condominio” aggiunge un ulteriore livello di supporto: non solo case riqualificate, ma anche presenza attiva sul territorio. Un modello che, se funzionerà, potrà essere replicato in altri quartieri e forse anche in altre città italiane.

Un investimento sul futuro della città

Roma, come tutte le grandi metropoli europee, è chiamata a fare i conti con l’invecchiamento della popolazione. Non si tratta solo di assistenza: è una questione di qualità della vita, di cohesione sociale, di sicurezza urbana.
Una città che aiuta i suoi anziani è una città che investe sul proprio futuro, che non lascia indietro le fasce più fragili e che risponde in modo innovativo a bisogni reali.
La “badante di condominio” potrebbe diventare uno degli strumenti più concreti per rendere Roma più inclusiva, più vicina e più umana.