Roma, via alla Fondazione Turistica pubblica, ma piena di ‘segreti’: costerà 1,15 milioni


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Roma, via alla Fondazione Turistica pubblica, ma piena di ‘segreti‘: costerà 1,15 milioni alle casse della Capitale. Se andiamo a vedere sul dizionario dei sinonimi, infatti, ci accorgiamo che “Riservato” e “Confidenziale“, i due termini usati soprattutto nell’articolo 8 dell’atto che dà il via alla Fondazione, vedono questi aggettivi: “segreto“, “discreto“, “destinata a singole persone“.

Insomma, Roma investe nel Turismo, un settore che più ‘pubblico‘ e ‘aperto‘ non si può, ma – da quanto si legge nel documento – lo farebbe dando vita ad una Fondazione che pur perseguendo “Finalità di interesse pubblico” si basa su regole stringenti di riservatezza assoluta che investono strategie, dati e persino i nomi del personale. Ma procediamo per gradi. La Giunta Gualtieri ha approvato l’8 maggio scorso la Convenzione della neonata ‘Fondazione per l’Attrazione Roma & Partners‘, di cui fanno parte anche Aeroporti di Roma spa e Camera di Commercio.

Roma, ‘Sì’ alla Fondazione Turistica: ma sindaco e assessore Onorato ‘bucano’ la Giunta

L’atto prevede un contributo del Campidoglio pari a 1,15 milioni di euro pubblici solo per l’anno in corso 2025. Soldi provenienti direttamente dalle casse pubbliche, quindi dei cittadini, necessari per pagare la struttura. In particolare, 150mila euro per il fondo di base della Fondazione, più un milione ulteriore per la gestione annuale. La Convezione scadrà, salvo rinnovo, il 31 dicembre 2025.

Nella seduta della Giunta Gualtieri che ha dato il via alla Fondazione non risultano presenti né il sindaco, Roberto Gualtieri, né tantomeno l’assessore al Turismo, Alessandro Onorato. Una doppia assenza singolare, vista la natura strategica della Fondazione, che si propone di potenziare – così si legge nei documenti – il mercato turistico della Capitale a livello nazionale e internazionale. Eppure, i due attori principali non erano sul ‘set‘ in Campidoglio: motivi ignoti.

Fondazione Turistica di Roma per il turismo senza trasparenza e piena di ‘segreti’

In ogni caso, dietro l’apparente vocazione ‘pubblica‘, come anzidetto, emergerebbero molte zone d’ombra. Il testo della Convenzione parla chiaro. La struttura di lavoro, la sua organizzazione interna, persino il nome del personale sono vincolati a una rigida clausola di “Riservatezza” imposta dall’articolo 8 a cui la Giunta Gualtieri quasi al completo ha detto ‘sì’.

“Informazioni – riporta il testo dell’articolo – inerenti Roma, indipendentemente dal fatto che siano qualificate o meno come riservate, di seguito “Informazioni Riservate (…) in modo da mantenerle strettamente riservate e confidenziali“.

Come mai questa impostazione, che mal si concilia con la necessaria Trasparenza che dovrebbe caratterizzare ogni Ente, specie se pubblico e sostenuto con fondi pubblici, quindi dei cittadini romani? “Saranno pertanto informazioni riservate – così si legge sempre nell’articolo 8 della convenzione – dati e informazioni relativi a struttura e personale (ivi inclusi anche i dati personali), i dati e le informazioni inerenti strutturazione (della Fondazione, ndr) e di telecomunicazione, informatici, analisi di lavoro…”.

Finanziamenti pubblici, ma gestione super top secret

La Fondazione pubblica, pur essendo partecipata dal Comune di Roma, agirebbe con uno statuto che lascerebbe un ampio buco nero in materia di Trasparenza, sollevando così interrogativi sulla reale portata della Fondazione stessa.

Le domande del cittadino qualunque sorgono spontanee: la neonata Fondazione non rischia – esattamente come molte altre partecipate pubbliche capitoline – di divenire così il più ‘classico ‘dei ‘carrozzoni‘ pubblici?

La neonata Fondazione non rischia così di imbarcare lavoratori ‘a più non posso’, come si direbbe in una borgata romana, tra l’altro in periodo pre-elettorale, in vista delle elezioni romane 2027?

Lo ‘scudo’ di riservatezza imposto dalla Convenzione su cui si basa la fondazione non rischia di essere controproducente per le casse del Comune di Roma e, soprattutto, per la credibilità del Campidoglio? Chi controllerà curriculum vitae e quantità di lavoro svolto dai lavoratori pagati con soldi pubblici?

In tal senso, eventuali riscontri degli obiettivi raggiungi dai lavoratori e manager come potranno essere reperiti? Questa clausula di Riservatezza è stata concordata con i sindacati?

La cosa che lascia esterrefatti, da un punto di vista squisitamente politico, è il fatto che tale deliberazione di Giunta – e la relativa convenzione – sia stata votata anche da assessori che si richiamano con forza, nelle loro campagna politiche pubbliche, ai temi della Trasparenza, temi troppo spesso utili per le campagne elettorali sui social.

Segreti pubblici: i limiti alla trasparenza

Come anzidetto, le informazioni della Fondazione sono da considerarsi “riservate” e “confidenziali” – così si legge tra le carte – comprese quelle relative a struttura interna, personale e dati informatici e di telecomuncazione, nemmeno fossimo alla CIA o all’FBI, anzichè in Campidoglio.

Anche il semplice accesso (senza estrazione di copia, ndr) a queste informazioni da parte dei cittadini, dei giornalisti o dei consiglieri comunali, sarà subordinato a un’autorizzazione scritta da parte di Giunta e/o uffici competenti.

Persino le comunicazioni verbali o visive potranno essere coperte dal vincolo di segretezza, e il personale della Fondazione – dipendenti o collaboratori – dovrà impegnarsi formalmente a non divulgare nulla, nemmeno all’interno della stessa organizzazione, se non a chi strettamente coinvolto. Un meccanismo che potrebbe rendere opaca l’intera attività operativa, nonostante l’utilizzo di fondi pubblici e l’apparente interesse collettivo.

Una fondazione per tutti, ma accessibile a pochi

Mentre Roma punta a riconquistare – almeno sulla carta – un ruolo di primo piano tra le grandi capitali turistiche europee, lo fa creando un’entità ibrida. Formalmente pubblica, ma sostanzialmente ‘impermeabile‘ al controllo esterno. E mentre il Comune versa oltre più di un milione di euro per sostenere la fondazione, la cittadinanza rimane all’oscuro delle sue reali strategie, degli attori coinvolti (ossia le persone assunte e pagate con soldi pubblici) e degli obiettivi dettagliati.

Nel nome della promozione turistica, si costruisce una ‘macchina organizzativa’ sostenuta economicamente dai cittadini ma inaccessibile agli stessi. Un paradosso tutto romano, dove trasparenza e riservatezza si scontrano in un gioco di specchi istituzionali. Con l’ulteriore rischio che la “Roma vetrina” servita ai turisti rimanga una scatola chiusa per i romani stessi.

Roma, l’articolo 8 della Convenzione sulla neonata Fondazione per il Turismo impone ‘Riservatezza’ e ‘Confidenzialità’ assoluta e totale
L’assessore al Turismo Alessandro Onorato e Achille Lauro, il cantante romano
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