Roma, via all’abbattimento di alberi: il Campidoglio resta ‘opaco’ quando si accendono le motoseghe pubbliche

Roma, sullo sfondo un albero tagliato con la motosega, in primo piano il sindaco Gualtieri e l'assessora all'Ambiente e Rifiuti Sabrina Alfonsi

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Settembre a Roma si apre con il rumore pungente delle motoseghe. In via Giacomo Medici, il Campidoglio ha autorizzato l’abbattimento di alberi di proprietà pubblica, imponendo divieti di sosta e modifiche alla viabilità per permettere i lavori dal 15 al 26 settembre. La determinazione capitolina è chiara nelle prescrizioni sul traffico, ma resta sorprendentemente silenziosa sulla questione più importante: quanti alberi verranno abbattuti e perché? Il Campidoglio resta silenzioso e opaco, soprattutto sulla eventuale loro sostituzione imposta dal regolamento sul verde di Roma del 2021?
Un silenzio e una opacità che stride con la minuziosa attenzione riservata, invece, all’abbattimento di alberi situati su aree private, dove ogni ramo viene catalogato, ogni ceppo schedato, ogni sostituzione-rimpianto imposta con rigore burocratico. Per gli abbattimenti privati è imposta, dal Campidoglio, anche la presenza di un agronomo che certifichi (e verbalizzi) la correttezza delle operazioni (alleghiamo un documento relativo all’abbattimento di alberi privati alla fine di questo articolo).

Addio agli alberi, il Campidoglio ‘opaco’ sulle motivazioni

I documenti del Campidoglio che abbiamo potuto consultare (cinque in tutto) sono chiari. In via Giacomo Medici, per gli alberi pubblici, il Campidoglio parla genericamente di “abbattimento di essenze arboree”, un termine generico che nasconde l’essenziale. Non si specifica se si tratta di piante malate, pericolanti o semplicemente “scomode”. Non si cita alcuna perizia tecnica né un piano di sostituzione. Solo divieti di sosta e prescrizioni di cantiere.

Stesso approccio ‘opaco’ anche a Roma-San Giovanni, un altro caso clamoroso che abbiamo trattato di recente.
Un approccio burocratico che lascia i cittadini all’oscuro. Perché si taglia? Quanti alberi cadranno? E soprattutto: verranno rimpiazzati? I nuovi alberi in sostituzione di quelli abbattuti saranno molto piccoli o grandi abbastanza da sostituire quelli adulti che si tagliano?
Domande che – al momento – restano senza risposta, come se il verde pubblico fosse un dettaglio marginale e non una risorsa vitale della città.

La precisione chirurgica sugli alberi privati: i casi dell’ambasciata tedesca e delle ville vip

Il confronto con il recente caso dell’Ambasciata tedesca, sempre a Roma, è lampante (alleghiamo il documento alla fine di questo articolo). Come, del resto, anche nei casi sempre recenti di due ville vip, situate nei pressi di via Cavalieri di Malta e via Emanuele Filiberto. In questi tre casi, il Dipartimento Tutela Ambientale di Roma non ha lasciato nulla al caso. Alberi analizzati da un tecnico agronomo che li ha classificati a rischio elevato.

Le carte riportano ogni specie, ogni difetto, ogni valutazione. Non solo: l’autorizzazione all’abbattimento è stata vincolata a un obbligo di ripiantumazione. Entro aprile 2026 dovranno spuntare al loro posto nuove querce e cipressi, già dimensionati e con garanzia d’attecchimento di due anni.

Un’attenzione certosina che dimostra come, quando si tratta di privati, le regole vengano applicate con severità e dettaglio.

La grande contraddizione di Roma e del Campidoglio

Eppure, quando la mano che impugna la motosega è quella del Campidoglio, l’atteggiamento cambia. Niente perizie citate, nessun obbligo di sostituzione citato, nessun elenco pubblico relativo al numero di alberi destinati ad essere tagliati da una motosega. Un vuoto che sa di trascuratezza e che rischia di alimentare la sfiducia dei cittadini. Perché mai al privato si impone la massima trasparenza e il reimpianto obbligatorio, mentre il Comune può tagliare senza spiegare?
Il paradosso è evidente, a dispetto della inchiesta della Procura di Roma che sta indagando su questa presunta oscurità: la stessa amministrazione capitolina, che chiede rigore ai privati, sembra indulgere verso sé stessa, come se le regole non dovessero valere in egual misura.

Il verde urbano di Roma come patrimonio di valore inestimabile

Gli alberi non sono soltanto ‘ornamenti stradali‘, ‘arredamento pubblico‘ Riducono l’inquinamento, assorbono anidride carbonica, abbassano le temperature, proteggono dall’erosione del suolo e restituiscono ossigeno. Ogni abbattimento, se non motivato e compensato pubblicamente, rappresenta una perdita per l’intera comunità.
Il Campidoglio dovrebbe dare l’esempio, mostrando trasparenza e responsabilità. Invece resta opaco proprio nel momento più delicato: quando si decide di sacrificare alberi pubblici.