Roma, via Lucio Elio Seiano ancora soffocata dai piccioni: esasperazione all’Appio Claudio

Roma, piccioni in via Lucio Elio Seiano

Roma è una città che spesso sembra convivere con emergenze cronicizzate, e quella di via Lucio Elio Seiano, nel cuore dell’Appio Claudio, ne è la prova lampante. Qui, da anni, un balcone trasformato in punto di ristoro per piccioni, gabbiani e cornacchie ha cambiato la vita di un intero quartiere.

Lanci di carne e pesce crudo hanno attirato colonie di volatili e, insieme a loro, guano, odori nauseanti, un livello di degrado che i residenti definiscono ormai insostenibile. Nonostante denunce, segnalazioni, articoli di giornale, servizi televisivi e persino l’intervento della redazione de Le Iene, la situazione resta drammaticamente immobile.

Residenti esasperati

Il 4 settembre 2025, alle ore 9:15, si è tenuta una videoconferenza della Commissione Speciale Controllo e Garanzia del Municipio VII, convocata per discutere l’interrogazione urgente n. 38 riguardante la situazione igienico-sanitaria di via Lucio Elio Seiano. Nella stessa giornata, alle ore 19:00, la redazione de Il Nuovo 7 Colli è tornata sul posto, documentando con fotografie e un breve video l’incredibile stato di abbandono della zona.

I balconi risultano ancora infestati da stormi di uccelli, mentre i marciapiedi sono letteralmente ricoperti di escrementi. La distanza tra le parole spese nelle sedi istituzionali e la realtà di chi vive ogni giorno questo degrado non è mai sembrata così ampia.

 “Non sono i piccioni il problema, ma anni di abbandono”

Durante il sopralluogo della redazione, diversi passanti si sono fermati per commentare la scena, con frasi come “è uno schifo da sempre”. Un residente ha raccontato persino di aver assistito a gesti di crudeltà: “C’è chi accelera apposta per investire i piccioni”. Parole che fanno emergere una verità scomoda: gli animali non sono i colpevoli, ma le prime vittime di una situazione degenerata.

Molti abitanti, stanchi di subire, hanno scelto di chiudere i propri balconi con reti metalliche, nel tentativo di proteggere le abitazioni, simbolo amaro di una città che si chiude per difendersi, invece di risolvere i problemi alla radice.

La vera emergenza non è la presenza dei volatili, ma l’assenza di un piano di gestione urbano. I soliti noti continuano a gettare cibo crudo e avanzi dai balconi, causando un evidente squilibrio ecologico e aumentando i rischi sanitari. I piccioni si adattano come possono, cercando soltanto di sopravvivere in un ambiente ostile.

Serve un cambio di rotta

I residenti non chiedono una “guerra ai piccioni”, ma interventi concreti e strutturali: regole chiare per chi alimenta gli animali in modo scorretto, interventi regolari di pulizia, controlli igienico-sanitari, e soprattutto una strategia che metta al centro il rispetto per la salute pubblica e per gli stessi animali.

In parallelo, sarebbe utile l’intervento dei servizi sociali: gesti così ripetuti e ostinati possono nascondere fragilità personali che meritano attenzione. Solo così si può fermare una compulsione che ha prodotto un disastro collettivo.

Se davvero la Commissione municipale vorrà dimostrare un cambiamento, lo si vedrà nelle prossime settimane. Intanto, via Lucio Elio Seiano è diventata il simbolo del degrado romano: non certo per colpa dei volatili, ma di chi ha permesso che questo scenario si incancrenisse per anni senza mai affrontarlo davvero.