Roma: vigili urbani tra Covid, Raggi e lotte di successione

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Vigili urbani nel caos. Anzi, Corpo di polizia locale dei Roma Capitale, nel caos. Il coronavirus di fatto ha solo peggiorato problemi preesistenti. Se infatti i vigili romani erano sotto organico prima di circa 6.500 unità su un totale di circa 12mila, adesso lo sono ancora di più. Perché molti sono stati messi in lavoro da remoto, dato che molti uffici sono chiusi. Ma adesso il problema è un altro, ulteriore. I vigili di Roma infatti sono tutti completamente assorbiti dai controlli per i coronavirus. Controlli su controlli, anche dei pedoni, e spesso senza nessun esito. Il risultato è che tutti gli altri compiti istituzionali della polizia locale, che sono parecchi, sono stati del tutto abbandonati. Ci si concentra solo sulla pandemia, e la pandemia deve produrre numeri. C’è la corsa a fare controlli e verbali, verbali e e controlli, quanto più possibile.

I vigili costretti a trascurare una serie di funzioni

Ma gli illeciti amministrativi, per esempio, come i negozi degli stranieri di frutta e verdura, ormai non vengono più controllati. Il risultato è l’ingombro abusivo del suolo pubblico, igiene scarso e così via. Non si controlla la microcriminalià, gli altri reati. E i vigili di Roma inoltre hanno dovuto e devono svolgere questo servizio frenetico in condizioni di estrema difficoltà. All’inizio della crisi infatti non avevano alcun tipo di dispositivo, e chi ce l’aveva se lo era procurato da solo. Addirittura fino a fine febbraio era stato proibito indossare le mascherine. I dispositivi hanno cominciato ad arrivare in modo significativo solo un mese dopo. E anche oggi il materiale viene centellinato.

E’ corsa sfrenata ai verbali

Ma perché questa corsa sfrenata ai verbali? E’ presto detto, perché al coronavirus si è sovrapposta un’altra emergenza: ossia la corsa di successione al comandante del corpo, Antonio Di Maggio. Lui se ne andrà a giugno, dopo un anno di lavoro svolto in pensione. Infatti un anno fa Di Maggio fece ricorso al pensionamento appellandosi alla legge Madia, che prevede che si possa prolungare di un anno il servizio, a patto che sia svolto in maniera gratuita, cosa che lui ha fatto. A giugno però se ne ne deve prorpio andare, e i vice comandati che hanno velleità si stanno scatenando in una corsa per mettersi in mostra. Niente di male, per carità, certamente la produzione aumenta, ma non per tutti i settori. E a rimettersci sono sempre i romani.

Aperta la gara per diventare capo dei vigili

Le malelingue dicono che Di Maggio, ex sindaco di Turania, starebbe pensando di uscire dalla porta e rientrare dalla finestra, tramite magari una consulenza. Ma si tratta di voci che circolano nell’ambiente, non confermate. Staremo a vedere se sono fondate. Ma la Raggi potrebbe vanificare gli sforzi attuali dei vari vicecomandanti, perché – sempre secondo indiscrezioni – starebbe meditando di mettere un esterno capo dei vigili, magari uno proveniente dalla Guardia di FInanza… Ma staremo a vedere anche questo.

La Raggi non ha mantenuto le promesse sui rom

Insomma, la Raggi si fa propaganda per nascondere le sue mancate promesse. O meglio, le promesse le ha fatte, ma non le ha mantenute. Aveva detto in campagna elettorale che avrebbe chiuso tutti i campi rom a Roma, e per questo ha preso i voti, ma poi non lo ha fatto. Conseguenze: roghi tossici, criminalità, furti di rame, accatastamento dell’immondizia, accaparramenti di materiale, e adesso anche il controllo del rispetto delle normativa anti-Covid. E tutto questo lo fanno vigili urbani.

Vigili costretti alla guardiania inutile ai campi

Demagogicamente, ha istituito una cosa che non serve a niente: la guardiania ai campi rom. Sei unità stazionano davanti ai campi, all’ingresso, ma i rom entrano ed escono da dietro, di lato, dai buchi nelle reti. E i furgoni che arrivano sono sempre inesorbilmente vuoti. La guardiania insomma è perfettamente inutile, toglie solo risorse al territorio. I roghi ci sono lo stesso, gli scippi, pure, la microcriminalità anche, Anzi, è capitato che le auto dei vigili urbani fossero prese a sassate, come a Castel Romano o alla Barbuta. Inoltre una volta al mese si innalzano roghi enormi. Occorrererebbe andare a monte, ossia fare quello che aveva promesso. Smantellare, smantellare, smantellare.

Concludiamo con un esempio sintomatico di come la Raggi sprechi risorse e impoverisca il territorio: i vigili urbani fanno i controlli anti-Covid nei parchi di Roma alle sei del mattino. Ma alle sei del mattino, chi ci va nei parchi?