Roma, Villa Pamphili tra errori e sprechi: la Fontana di Venere ‘allagata’ e i cartelli che la scambiano per… Villa Borghese (FOTO)

Una fontana che dovrebbe splendere di restauri e invece si trasforma in un laghetto improvvisato. È questa la scena che accoglie chiunque passi vicino alla Fontana di Venere di Villa Pamphilj, a Roma, tra i gioielli più preziosi della villa storica. Da settimane una perdita d’acqua, segnalata più volte dai cittadini e ora anche dall’Associazione per Villa Pamphilj, inonda viali e prati, creando ruscelli degni di un parco naturale, ma fuori contesto in un monumento seicentesco.
Una “cascata” non prevista
Altro che restauro con fondi PNRR: qui i “giochi d’acqua” sono quelli delle pozzanghere che costringono i visitatori a fare lo slalom tra panchine e rivoli. La fontana, realizzata nel 1646 su disegno di Alessandro Algardi, con la statua di Venere e i mosaici di conchiglie e madreperle, doveva essere oggetto di un intervento da 321mila euro nell’ambito del progetto Caput Mundi. Lavori che, secondo il Comune, sarebbero partiti nel giugno 2025.

Peccato che, a detta dell’associazione, di cantieri non se ne veda nemmeno l’ombra. “Non ha mai lavorato nessuno – denunciano – non c’è un ponteggio, non c’è un’area segnalata, niente di niente. E intanto la perdita resta lì, da oltre un mese”.
La versione della Sovrintendenza e la replica dei cittadini
La Sovrintendenza Capitolina ci ha risposto: “L’intervento “Restauro della Fontana di Venere sita in villa Doria Pamphilj”, previsto dal PNRR programma Caput Mundi per un importo di 321.000 Euro, di cui la Sovrintendenza è soggetto attuatore, sono iniziati a giugno 2025 e la conclusione è prevista per il secondo trimestre 2026. I lavori previsti riguardano un restauro storico stilistico della fontana attraverso il consolidamento dei materiali decorativi originali costitutivi della decorazione superficiale; la ricomposizione delle parti mancanti; la revisione dell’impianto idraulico di alimentazione dei giochi secenteschi e la revisione dell’impianto di illuminazione. Siamo inoltre a conoscenza del problema della fuoriuscita dell’acqua dalla vasca: è già segnalato ad Acea e siamo in attesa di intervento nel più breve tempo possibile”.
Ma i cittadini non ci stanno: “Noi non abbiamo mai visto un operaio, né a giugno né in seguito. E non ci sono le impalcature, come dimostrano anche le foto che abbiamo scattato ieri. Da quanto a noi noto, questi lavori non sono mai iniziati. Forse si confondono con la Fontana del Cupido, dove effettivamente ci sono dei lavori in corso”.
Il cartello sbagliato: Villa Borghese al posto di Villa Pamphilj
Come se non bastasse, arriva anche la beffa del cartellone. Nel cantiere della Fontana del Giglio e della Cascata, sempre a Villa Pamphilj, appare un pannello con scritto: “Ci stiamo prendendo cura delle edicole di Villa Borghese”. Un errore che non è solo di battitura: lo stesso pasticcio compare pure sul sito ufficiale di Roma Capitale, che attribuisce i restauri di Villa Pamphilj a Villa Borghese.


L’associazione ci va giù dura: “Ma tu lo sai dove sei? Noi sì: siamo a Villa Pamphilj. Qualcun altro, a quanto pare, no. Un errore può capitare, certo, ma quando si tratta di fondi pubblici e di monumenti simbolo, la leggerezza diventa grave. Il controllo e la supervisione sono fondamentali. E qui sembrano mancare del tutto”.
Un biglietto da visita pessimo
Il restauro delle fontana all’interno di Villa Pamphili dovrebbe riportare alla luce decori, mosaici e giochi d’acqua barocchi. Ma, per ora, l’unico spettacolo è quello delle pozze e degli errori grossolani. “Il biglietto da visita conta – commenta l’associazione – e questo è davvero pessimo”.
Roma, insomma, continua a inciampare anche quando dovrebbe valorizzare i suoi gioielli. E la dea Venere, per adesso, resta intrappolata in un pantano di burocrazia e di gaffe.




