Roma, Villa Pamphili senz’acqua, il laghetto muore tra fango e silenzi: “Rischio disastro ambientale”

Lago del Giglio Vill Pamphili

A Villa Doria Pamphili l’acqua non scorre più. La cascatella storica è ormai asciutta, il laghetto del Giglio che per decenni ha fatto da rifugio a pesci e fauna selvatica si sta restringendo giorno dopo giorno, trasformandosi in una distesa torbida e stagnante. Un colpo d’occhio che preoccupa cittadini e associazioni, soprattutto nella parte meno frequentata del parco, dove il degrado corre più veloce dei controlli. Il fondale non si vede più, il fango ha preso il sopravvento e l’equilibrio naturale appare compromesso. Un segnale d’allarme che arriva da chi Villa Pamphilj la vive ogni giorno.

L’allarme delle associazioni: “Rischia di collassare l’ecosistema”

A denunciare la situazione sono gli Amici di Villa Pamphilj, con un video diffuso da Maria Elena Carosella che mostra immagini difficili da ignorare: una tartaruga immobile, forse morta, in quello che resta dello specchio d’acqua. «Il timore è che si stia sfaldando un ecosistema, dove ogni elemento è legato all’altro. Ci dicono che ci sarebbero problemi all’acquedotto, ma qui serve intervenire subito», spiega. Domenica 13 dicembre, le associazioni hanno organizzato un flash mob di sensibilizzazione proprio davanti al laghetto. Anche Daniele Giannini, da anni voce critica sui mali di Roma, parla apertamente di “enorme danno ambientale” in un video pubblicato sui social.

Marco Doria, “Ecco perché il laghetto si è prosciugato”

A chiarire cosa sta accadendo interviene Marco Doria, oggi membro della Commissione Speciale Antimafia, oltre che Presidente Parchi e Ville Storiche di Roma Capitale con la giunta Raggi. Secondo Doria, il prosciugamento è legato ai lavori di restauro delle fontane, in particolare della Fontana del Giglio, che alimenta la cascata e il canale diretto al lago. Con l’acqua chiusa, il livello del laghetto si è abbassato di circa tre metri, diventando terreno di caccia per una massiccia colonia di gabbiani, che si nutrono dei pesci morti e tengono lontane le altre specie. «Solo quando i lavori finiranno e l’acqua verrà riaperta, il laghetto potrà tornare a vivere», spiega Doria. Intanto, però, l’area è completamente stravolta.

Il 15 dicembre il sindaco Roberto Gualtieri è stato a Villa Pamphili per inaugurare una targa dedicata a Florence Nightingale, dopo un errore di toponomastica. Ma, sottolinea Doria, «si è ben guardato dal venire al laghetto per vedere le condizioni pietose in cui versa». Il problema dell’acqua, però, è solo la punta dell’iceberg. Doria parla apertamente di abbandono strutturale. Erba alta, edifici fatiscenti, aree diventate terra di nessuno.

“Abbandono, incuria e zone fuori controllo”

«Questo posto apparteneva alla mia famiglia. Vederlo così mi fa stare male», racconta ripercorrendo i terreni espropriati nel 1939. Durante il suo incarico, spiega, aveva aperto un ufficio all’interno della villa a sue spese, installato una stazione della Polizia Locale oggi chiusa, chiesto telecamere di sorveglianza e un presidio del decoro urbano. Sempre la stessa risposta: mancano i fondi.

Le criticità, però, restano. Dal bosco vicino al laghetto, diventato luogo di prostituzione maschile pubblicizzata online, alle aree frequentate da tossicodipendenti a pochi metri dal parco giochi. Fino alle serre. «Lì abbiamo trovato circa 60 posti letto usati da persone che non si sa chi siano né cosa fanno, per non parlare poi del ponte su via Leone XIII, sotto cui trovano rifugio persone senza controllo, tra rifiuti e resti di bivacchi», spiega Doria. Quale potrebbe essere la soluzione? “Riaprire al più presto l’acqua delle fontane, ma ci vorrà del tempo per riportare il laghetto nelle condizioni ideali. Nel frattempo i gabbiani arrivati in massa banchettano ed allontanano le altre speci di volatili che popolano lo specchio d’acqua. Con la secca si potrebbe approfittare e bonificare le sponde e rimettere in funzione le pompe sommerse che sono fuori uso da anni”.

Intanto il livello dell’acqua continua a scendere, tra i 13 e i 14 centimetri in meno nelle ultime settimane. Le piante si seccano, la fauna scompare. Il Comune aveva annunciato l’arrivo delle autobotti, mai viste. Sul ponticello, un cartello riassume quello che i cittadini provano. «Salviamo il laghetto di Villa Pamphilj. Alfonsi, Gualtieri, basta con questo scempio ambientale». Un appello che, finora, resta appeso a un filo d’acqua che non scorre più.

Lago del Giglio Vill Pamphili