Roma-Viterbo Fl3, è un girone infernale, ormai se ne fregano tutti. Ma i sindacati che fanno?

pendolari

Sono anni che la linea Roma-Viterbo Fl3 è un disastro. Pendolari, stidenti, lavoratori costretti ad arrivare tardi e a non assolvere ai loro impegni per i continui disservizi sulla linea. Che per giunta è dedicata, ossia non ci passano altri treni. I vertici non si prendono la responsabilità, anci, la colpa è sempre di qualcun altro. Poi recentemente hanno aumentato i prezzi, non si capisce se la regione o Trenitalia, per aver eun servizio pessimo. Ritardi che sfiorano e superano anche i cento minuti, treni cancellati per “guasti agli impianti di circolazione”, come ripete con burocratica freddezza la voce gracchiante degli altoparlanti. Tra l’altro, si verificano sempre negli stessi tratti e nei pressi degli stessi passaggi a livello, tra Cesano di Roma e Anguillara Sabazia o tra Vetralla e Capranica. E non c’è la volontà di porvi rimedio.

Roma-Viterbo, nessuno si prende le responsabilità

È un vero e proprio calvario quello a cui sono sottoposti quotidianamente i passeggeri della linea ferroviaria regionale del Lazio Roma-Cesano-Viterbo Fl3 , poco più di ottanta chilometri complessivi, due terzi dei quali a binario unico. Disagi che da alcuni anni si ripetono ogni giorno con puntualità, l’unica sulla quale si possa fare affidamento, senza distinzione di orario o condizione meteorologica, che creano notevoli difficoltà agli utenti, in gran parte pendolarilavoratori e studenti. Tutti costretti a giustificare il ritardo sul posto di lavoro e a scuola o a precipitosi cambi di programma con inevitabile ricorso all’auto privata. Per non parlare della beffa che si aggiunge al danno, quando si rivela inutile aver anticipato la partenza per arrivare puntuali a un appuntamento, a un esame universitario o per evitare di perdere una coincidenza.

Una situazione insostenibile

Ancora più pesante la situazione di tante persone in attesa del treno per recarsi in uno degli ospedali o delle strutture sanitarie collocate lungo la linea ferroviaria Fl3. Ossia ospedale Padre Pio di Bracciano, San Filippo Neri e Policlinico Gemelli. Certo non nello stato d’animo ideale per sopportare attese supplementari e per salire sui pochi convogli a disposizione. Convogli riempiti oltre la capienza consentita dai passeggeri nel frattempo affollatisi nelle varie stazioni.

E i sindacati, sempre pronti a scioperare, che fanno?

Una situazione diventata ormai insostenibile, che sembra non trovare rimedi e spiegazioni, aggravatasi rispetto al passato con il ritorno alla normalità dopo il Covid. Ci auguriamo che qualche neoparlamentare di buona volontà si occupi di questa drammatica questione. Dovuto non a impedimenti oggettivi ma soprattutto al menefreghismo dei vertici. E i sindacati? Sempre pronti a fare sciopero per o gni manciata di minuti in più che devono lavorare, questa situazione non la conoscono?