Roma-Viterbo, treno sviato a Tor di Quinto: nessun ferito, attivati bus sostitutivi

Questa mattina la linea ferroviaria Roma–Viterbo ha vissuto un momento di tensione inattesa. Un convoglio Cotral, in fase di ingresso alla stazione di Tor di Quinto, ha subito uno svio dei carrelli. Un termine tecnico che, tradotto in parole semplici, significa che parte del treno ha perso l’allineamento con i binari. Una manciata di secondi che potevano trasformarsi in una tragedia, ma che fortunatamente non hanno causato né feriti né danni ai passeggeri.
Treno sviato sulla Roma – Viterbo: la prontezza dei soccorsi
Il personale Cotral ha reagito con tempestività chirurgica: messa in sicurezza immediata della zona, assistenza ai viaggiatori e attivazione di piani di emergenza. Nessun panico, nessun ferito, solo il comprensibile disorientamento dei pendolari che, come ogni giorno, affidano alla ferrovia la propria routine. Un caso che dimostra come le procedure di sicurezza possano funzionare quando applicate con rigore.

Convoglio salvo, ma la linea Roma – Viterbo si ferma
Il treno non ha riportato danni visibili e non si è verificato un vero e proprio deragliamento. Tuttavia, l’episodio ha imposto lo stop della circolazione sull’intera tratta, da Roma a Viterbo. Per i passeggeri, già colpiti da anni di ritardi e disservizi, si è trattato dell’ennesima interruzione improvvisa. Ma Cotral, consapevole dell’impatto sull’utenza, ha attivato autobus sostitutivi per coprire il servizio in tempi record, immettendo ulteriori mezzi aziendali sulle strade della Capitale e della provincia.
Astral al lavoro sulle cause
Il gestore dell’infrastruttura, Astral, ha avviato le indagini tecniche per capire cosa abbia determinato lo svio. Usura dei binari? Problema ai carrelli? Una coincidenza tecnica sfuggita ai controlli? Al momento nessuna ipotesi viene esclusa. Quel che è certo è che la circolazione tornerà alla piena normalità soltanto dopo i necessari controlli e gli interventi di ripristino. Una corsa contro il tempo, perché la Roma–Viterbo è una arteria vitale per migliaia di pendolari che ogni giorno si muovono tra centro e provincia.
Una linea “maledetta”
La ferrovia Roma–Civita Castellana–Viterbo non è nuova a episodi di cronaca. Nata negli anni Venti come collegamento strategico, la linea ha sempre vissuto tra sogni di modernizzazione e realtà di abbandono. Lenta, vetusta, spesso definita dai pendolari “la linea maledetta”, è stata teatro negli anni di guasti tecnici, lunghe sospensioni e perfino incidenti, sebbene mai di entità drammatica. Lo svio di oggi non fa che riaccendere i riflettori su una tratta che da decenni attende una vera rinascita infrastrutturale.
I pendolari, vittime di un sistema fragile
La voce dei passeggeri non si è fatta attendere. C’è chi parla di paura, chi di rabbia, chi semplicemente di rassegnazione quotidiana. Perché viaggiare sulla Roma–Viterbo significa convivere con l’imprevisto: un treno che si blocca, un guasto improvviso, un bus sostitutivo da rincorrere. Lo svio odierno, pur senza conseguenze fisiche, diventa così il simbolo di un sistema fragile, che regge grazie all’impegno degli operatori sul campo più che a un disegno di modernità.
Cotral e la sfida del futuro
Cotral, negli ultimi anni, ha avviato un percorso di rinnovamento, con nuovi convogli, investimenti tecnologici e piani di rilancio. Ma l’incidente di Tor di Quinto ricorda che la modernità non si costruisce a metà: servono infrastrutture sicure, controlli capillari e soprattutto una visione strategica. L’azienda ha ribadito l’invito ai passeggeri a seguire i canali ufficiali per aggiornamenti in tempo reale. Una comunicazione diretta e trasparente, oggi più che mai indispensabile per mantenere la fiducia del pubblico.
Una lezione da non dimenticare
Alla fine resta il dato più importante: nessuna vita è stata messa a rischio. Ma la vicenda pone un interrogativo che va oltre lo svio tecnico. Quanto ancora dovranno attendere i cittadini per viaggiare su una ferrovia che sia davvero degna di una capitale europea? Il binario di Tor di Quinto, oggi, non ha scritto una tragedia. Ha scritto una lezione: quella di non accontentarsi della fortuna, ma di pretendere finalmente la sicurezza strutturale che spetta a ogni passeggero.