Rosina e Giuseppe, mano nella mano contro il covid. E la piccola Maia scrive al suo ristoratore

Sono tante le immagini che associamo a quest’anno terribile. Caratterizzato dalla pandemia di covid 19, che ha cambiato in profondità le nostre vite. Le nostre certezze, le relazioni sociali. Un mostro che ci ha portato via i nostri cari. O che più semplicemente ma in maniera ugualmente drammatica ha gettato sul lastrico milioni di persone. Gli occhi spaventati degli anziani, le file dei camion militari a Bergamo. Ma anche l’infermiera sfinita, con il volto segnato dalla mascherina e gli occhi gonfi. Che si accasciava all’alba, distrutta sul suo personal computer. Tante istantanee, che testimoniano un anno di sofferenza e di resilienza. Scatti ai quali adesso se ne aggiunge un altro. Quello di Rosina e Giuseppe, ricoverati al San Filippo Neri di Roma. Due letti separati, nel reparto covid del nosocomio della Capitale. Ma anche vicini, così tanto da potersi tenere la mano. Nonostante la mascherina dell’ossigeno indossata, che limita i movimenti. Ma quanta dolcezza in questa foto. E negli occhi di questi due anziani ammalati, che combattono il virus con l’assistenza di medici e infermieri e il loro amore. E i loro sguardi dietro al respiratore, dicono più di mille parole. Non si molla, anche e soprattutto per loro.

Covid, numeri sempre altissimi: e probabilmente andrà ancora peggio

Un anno di pandemia, il Parlamento celebra le vittime del covid

Oggi 18 marzo è la giornata voluta dal Parlamento per celebrare le vittime del covid. Quei 100 mila Italiani ed Italiane che hanno lottato contro il virus. Ma che purtroppo non ce l’hanno fatta.  Sono stati oltre 3 milioni e 200 mila i contagiati nel nostro Paese, e di questi quasi due milioni e 700 mila sono guariti. Insieme all’arrivo dei vaccini, forse possiamo iniziare ad intravedere un futuro un po’ meno cupo. Ma oggi non è giorno di statistica, ma di memoria. Per chi proprio a causa del virus adesso non c’è più. È a loro che va il ricordo commosso di tutta la Nazione. Insieme al ringraziamento per medici, infermieri e operatori sanitari. Che in questo anno orribile hanno sempre gettato il cuore oltre l’ostacolo. E salvato centinaia di migliaia di vite umane.

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La piccola Maia scrive al ristoratore di Campo de’ Fiori

E tra i messaggi di queste ore ha fatto il giro del web anche quello della piccola Maia. Che come tanti bambini sente l’assenza di una vita di relazione normale. Anche quando si tratta di una semplice uscita in famiglia per andare al ristorante. Un luogo che per i più piccoli spesso è una festa. Che si tratti della spaghetteria sotto casa, di Mc Donald’s o di qualcosa di più ricercato. Maia il suo ristorante di fiducia ce l’ha a Campo de’ Fiori, ma adesso ovviamente e’ tutto chiuso. E l’asporto non è la stessa cosa. Così questa bambina coraggiosa ha preso carta e penna. E ha scritto ai proprietari, ai cuochi e ai camerieri della trattoria Mariuccia. Non vi preoccupate, questo covid finirà si legge nella letterina. E tutti sarete felici. Poche parole, semplici e bellissime. Con la speranza e l’ottimismo che tutti i bambini del mondo portano sempre con se’.

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