Rossi di vergogna: sentite le parole dell’ex governatore della Toscana sui malati di demenza (video)

«L’ex presidente Enrico Rossi, dopo i disastri che ha fatto in Toscana, ha anche il coraggio di candidarsi al Parlamento e di offendere gli avversari politici tirando in ballo una malattia che affligge migliaia di famiglie italiane, perché purtroppo la demenza colpisce moltissimi anziani ed è un dramma sociale»: così Susanna Ceccardi, commentando il video nel quale Rossi, già governatore della Toscana, pronuncia parole pesantissime e vergognose».
Le parole vergognose dell’ex presidente della Toscana Enrico Rossi
«Non si può abolire per legge, ma le leggi possono aiutare queste persone. Di certo non si può strumentalizzare politicamente una malattia per contrastare gli avversari e questo è squallido. Vedremo il risultato elettorale. Vediamo quanto queste offese premieranno l’ex presidente della Regione Toscana. Io ne dubito. Rossi è stato, peraltro, assessore alla sanità in Toscana per 10 anni e presidente della Regione per altri 10. Avrebbe potuto fare qualcosa per aiutare le famiglie che sono lasciate sole con malati gravi, ma invece era il presidente dei 400 milioni di buco nelle ASL».

“Un motivo in più per mandare a casa la sinistra”
“Sentite le parole incredibili di Enrico Rossi, insulta Salvini e poi esclama «la demenza dovrebbe essere abolita per legge». Con leggerezza inaudita ed una cialtroneria pazzesca, cerca approvazione e per denigrare l’avversario e usa un tema che affligge molte famiglie italiane”. La denuncia era arrivata dal candidato della Lega Andrea Barabotti, che ha condiviso per primo sulla sua pagina Social il video dell’ex governatore Pd della Toscana.
“Niente programmi, niente idee – prosegue Barabotti – solo insulti per gli avversari, solo estrema brutalità. Aspetto le paginate dei giornaloni su questo, aspetto che il Suo partito prenda le distanze ma soprattutto aspetto le scuse di Enrico Rossi, candidato del PD e per 10 anni presidente della nostra Regione. È arrivata l’ora di mandarli a casa!».