Bentornato Razza nella giunta della Sicilia con Musumeci

Musumeci Razza

Bentornato a Ruggero Razza al governo della Sicilia. Perché lo hanno crocifisso per una frase, come se la guida della sanità di una regione di quella importanza possa essere sacrificata da una frase infelice, ma che certo non può essere davvero considerata un reato.

Ha fatto bene il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, a richiamare Razza in servizio. Perché è stato inutile quella sorta di castigo che Ruggero si era autoinflitto con le dimissioni. Ovviamente adesso i cinquestelle strillano, tra qualche anno – quando la giustizia si deciderà a scagionare definitivamente l’assessore alla sanità – toccherà a Luigi Di Maio scrivere una nuova lettera di scuse.

Il ritorno di Razza nella giunta della Sicilia

Dovranno avere le spalle grosse, Musumeci e Razza, perché le invidie della politica sono assai meschine e spesso c’è anche il fuoco amico, assai più doloroso dell’attacco esterno.

Ma gli uomini di fede e di valore – oltre che di valori – hanno il dovere, non il diritto, di andare avanti perché davanti a tutto c’è il servizio da rendere alla comunità amministrata. Che fino a ieri aveva visto bande di ladri saccheggiare la sanità ed ora sa che al vertice delle istituzioni, alla presidenza della regione e nell’assessorato più delicato, ci sono due degne persone.

Basta con chi ordisce manovre contro Musumeci

Avanti dunque, con la consapevolezza delle difficoltà che continueranno ad essere frapposte da giochi politici criminali, ma sapendo di poter contare su un grande e trasversale affetto popolare. Certo, brontolano sempre quelli che dalla sanità si aspettano favori, prebende, servigi. Ma non è questo il motivo per cui la destra politica italiana si è affermata, anche e soprattutto in Sicilia con i suoi galantuomini.

La finisca chi trama nell’ombra di ordire manovre. Uno come Nello Musumeci è patrimonio morale per tutti; e Ruggero Razza ne è non a caso discepolo fedele e soprattutto leale. È insensato mettere in dubbio la vocazione di entrambi alla buona politica; a partire da chi nella vita non ha mai brillato per l’esempio.