Salve le api della Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, trasferite a Morlupo dopo due anni di resistenza

Dopo due anni passati a nidificare a circa 15 metri d’altezza in una nicchia della celebre Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, le api che da mesi lottavano per sopravvivere agli attacchi della Vespa orientalis sono state finalmente salvate. A lanciare l’allarme è stato il parroco gesuita Padre Alessandro, che con un appello accorato aveva espresso tutta la sua preoccupazione: «Vorrei poter salvare le api- aveva dichiarato – so che lei può farlo», rivolgendosi all’etologo e divulgatore naturalista Andrea Lunerti.
Un nido assediato dalle vespe
La colonia di api, nonostante la sua posizione apparentemente protetta, era ormai allo stremo. Ogni giorno subiva l’assalto incessante delle vespe orientalis, insetti predatori che negli ultimi anni si stanno diffondendo sempre più nella Capitale, rappresentando una minaccia sia per le api che per la biodiversità.
«Erano asserragliate, impaurite e stremate – ha raccontato Lunerti – ma quando sono salito mi hanno guardato come se avessero capito di avere ancora una speranza».

Il trasferimento al Rifugio del Lupo di Morlupo
L’intervento di recupero non è stato semplice, data l’altezza della nicchia e la fragilità della situazione. Con la massima cautela, Lunerti è riuscito a mettere in sicurezza la famiglia di api e a trasferirla sana e salva al Rifugio del Lupo a Morlupo, centro specializzato che già ospita diverse colonie e lavora da anni nella tutela degli insetti impollinatori.
L’importanza di proteggere le api in città
Sempre più spesso, in contesti urbani, le api trovano rifugio in nicchie, cornicioni e giardini. La loro presenza è preziosa non solo per l’ecosistema, ma anche come indicatore di salute ambientale. Tuttavia, l’avanzata di specie invasive come la Vespa orientalis rappresenta una sfida concreta che mette a rischio interi sciami. Dietro ogni piccolo alveare si nasconde un patrimonio da proteggere, perché senza api non c’è futuro per l’ambiente né per l’uomo.




