Compagno Ruotolo, il senatore nostalgico della pandemia

Al Senato, in quell’aula solenne, il compagno senatore Sandro Ruotolo che ammonisce su una voglia di libertà eccessiva. È l’Italia impazzita, quella che rappresenta un giornalista che una volta di ergeva a simbolo della libertà contro la clausura della notizia.
Una volta eletto, cambia pure lui. E letteralmente pronuncia una frase agghiacciante: “Proprio sui giornali di oggi – ha detto Ruotolo – c’è l’appello, l’invito, di tutto il mondo a cessare l’attuale fase di emergenza, di pandemia. Ma non è il momento ancora di cedere alla ‘voglia’ di libertà“.

Il compagno Ruotolo corregga
Incredibile. Mentre a Palazzo Madama si discuteva sul decreto del 24 dicembre, quello che prorogava lo stato di emergenza al 31 marzo, riduceva la durata del green pass (due dosi) a sei mesi e disponeva l’uso del green pass rafforzato al ristorante, c’era un senatore che straparlava di voglia di libertà da placare.
Ovviamente, ci fosse stato un solo suo collega a strillargli ma che stai dicendo, ma non basta ancora dopo due anni?
Sul sito di Nicola Porro, il senatore Ruotolo si è beccato una lezioncina niente male su che cosa voglia dire libertà, ma resta l’amarezza per quell’ammonimento dalla vocazione totalitaria adoperato nell’aula di Palazzo Madama: “Come se ‘essere liberi’ non fosse una condizione del cittadino in teoria scritta in quella Carta costituzionale resa ormai carta straccia.
Quelli della “nuova normalità”
Farebbe bene, il compagno senatore a correggere il tiro su una frase che offre una pessima impressione del dibattito parlamentare su una vicenda che ci perseguita ormai da ben due anni.
Bisogna stare tutti bene attenti a questa mentalità, ormai esplicita in un sede istituzionale. Al fondo c’è quel sinistro richiamo ad una “nuova normalità” di cui si fanno paladini i teorici della restrizione permanente. No, la normalità non può essere nuova. Ma tornare a vivere come prima deve essere l’obiettivo senza trucchi.
Ne abbiamo tutti il sacrosanto diritto.