Sanità, ambulatori in convenzione in rivolta sulle prestazioni in farmacia

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Il DDL. Semplificazioni, presentato dal Consiglio dei Ministri ma non ancora approvato dal Parlamento, crea una netta spaccatura tra tutti i percorsi e le norme autorizzative a cui sono subordinate le strutture sanitarie per poter erogare servizi sanitari a tutela della salute dei cittadini.

Maria Stella Giorlandino U.A.P.

UAP in rivolta

“Questo provvedimento normativo – tuonano i vertici della UAP, l’Unione Ambulatori e Poliambulatori – prevede l’implementazione delle analisi presso le farmacie, senza però il rispetto dei requisiti di legge previsti dalla Legge n. 502/1992 per le strutture sanitarie.  Chiediamo, pertanto, al Ministro Zangrillo, firmatario del provvedimento in esame, se siano stati considerati tutti i risvolti pratici di tale scelta, se cioè sia stato debitamente considerata l’idoneità di una farmacia a garantire i requisiti di affidabilità e sicurezza dei risultati sia nella fase dell’effettuazione del prelievo che nella successiva fase analitica e di refertazione, se sia in grado di rispettare gli standard universalmente riconosciuti dei processi di corretta gestione dei controlli di qualità, se sia dotata di professionisti in grado di garantire l’affidabilità e la precisione dei dati acquisiti e la successiva chiara e corretta comunicazione soprattutto nei casi in cui emergano valori critici”.

Il DDL

L’art. 23 del D.D.L. semplificazioni, infatti, sembra voler trasformare le farmacie in spazi multifunzionali di diagnostica, come le Case di Comunità, senza però sottostare ai controlli previsti dalla citata Legge n. 502/1992, a cui soggiacciono le strutture sanitarie e l’attuazione di questo provvedimento normativo consentirà alle farmacie di consegnare dei referti attraverso una semplice emissione di uno scontrino, saltando del tutto la fase di validazione del tecnico, che rappresenta la sintesi delle competenze analitiche, biochimiche e biologiche e delle capacità comunicative ISO 15189:2023 proprie del professionista Tecnico sanitario di Laboratorio medico (TSLB), al quale spetta anche la verifica dell’attendibilità dei risultati oltre all’assunzione di responsabilità nei confronti della persona che riceve i risultati o il referto.

L’incongruenza

“Allo stato attuale i test che si effettuano in farmacia sono paragonabili ad esami eseguiti in autotest – dicono dall’UAP – ci chiediamo quale sia l’indirizzo che intende seguire questo Governo: se continuare a tutelare la salute dei cittadini italiani seguendo procedure autorizzative e protocolli previsti a norma di legge, come attualmente previsto per le strutture sanitarie, oppure se si vuole dare un taglio alla qualità dei servizi per garantire le lobby”.

Associazioni unite

L’U.A.P., così come tante organizzazioni rappresentative delle maggiori associazioni di categoria, intendono manifestare la profonda perplessità dinanzi alla formulazione attuale del D.D.L. Semplificazioni, precisando che è importante che le farmacie possano dare un sostegno alla salute dei cittadini, ma è altresì necessario che rispettino le procedure autorizzative nazionali già previste, garantendo personale medico, prelevatore, tecnico e biologo adeguato, che siano in grado di valutare gli esami svolti in spazi adeguati e che rispettino i controlli  previsti.

Tutela dei cittadini

Diversamente opinando, infatti, dovremmo giungere alla paradossale conseguenza che ogni tipo di struttura sanitaria, sia essa laboratorio, poliambulatorio, clinica o ospedale, possa eseguire ogni tipo di prestazione, vendere farmaci e prodotti estetici senza il rispetto di alcuna procedura o regolamentazione, come invece è attualmente previsto per chi realmente tutela la salute dei cittadini.

La speranza

“In conclusione, ci auspichiamo che il D.D.L. semplificazioni sia rivisto, prevedendo anche a carico delle farmacie il rispetto delle disposizioni normative previste dalla L. n. 502/1992, che garantisce la tutela di ogni servizio sanitario di qualità svolgendo un reale servizio di medicina del territorio.  Siamo certi che la nostra Presidente del Consiglio, tanto attenta a non favorire le lobby, garantirà la salute dei cittadini e non una sanità approssimativa”.