Sanità nel Lazio, addio ai ‘gettonisti’: via oltre 1.000 medici e infermieri, rischio caos

pronto soccorso policlinico Casilino

Mentre Roma si prepara ad accogliere un milione di pellegrini per il Giubileo dei giovani, la sanità regionale perde pezzi fondamentali proprio quando la domanda di cure sale alle stelle. E mentre i credenti pregano nelle chiese e nelle piazze, i cittadini di Roma e del Lazio pregano di non ammalarsi o, peggio ancora, di non avere incidenti, perché se dovessero aver bisogno di andare al pronto soccorso in questi giorni se la vedrebbero davvero male.

Tra il caldo che provoca malori e i pellegrini che affollano la città c’è infatti un “terzo incomodo”: il decreto ministeriale del giugno 2024, che farà sì che oltre in 1000, tra medici e infermieri, non potranno più prestare servizio, in quanto gettonisti. E sarà questa la sfida più urgente per le Asl: passare dalle emergenze ai concorsi lampo, prima che il “vuoto” dietro ai gettonisti lasci il pronto soccorso senza soccorritori.

Addio a medici e infermieri a chiamata

I lavoratori a chiamata per anni hanno tenuto in piedi turni scoperti e reparti sotto organico. Ma ora questi “eroi” stanno per dire addio alle corsie. Dal 31 luglio questa formula contrattuale verrà archiviata per decreto, lasciando le Asl regionali di fronte a un’urgenza: assumere subito o rischiare il blocco dei servizi essenziali.

Un decreto ministeriale firmato a giugno ha ufficializzato lo stop ai gettonisti, imponendo una data di scadenza nazionale: 31 luglio 2025, quindi tra soli 5 giorni. E nel Lazio l’allarme è già partito. Secondo i dati aggiornati al 31 marzo, sono 527 i medici e 581 gli infermieri ancora impiegati con questo meccanismo, che permette di coprire turni con prestazioni esterne ben pagate ma poco sostenibili. A fine 2023 erano ancora di più: 616 medici e 635 infermieri.

Costi doppi, pochi benefici: il paradosso dei medici a gettone

Dietro l’addio ai gettonisti c’è anche una questione economica. Un turno di 12 ore per un medico a gettone arriva a costare 1.020 euro, quasi il doppio rispetto a un medico assunto stabilmente nel SSR, pagato 540 euro per lo stesso lavoro. Stesso discorso per gli infermieri: 336 euro per un gettonista contro i 168 di un dipendente pubblico.

Il conto è salato. Solo per coprire i 527 medici gettonisti, si spendono oltre 537mila euro a turno. Se quei posti fossero occupati da medici interni, il costo si dimezzerebbe. Per gli infermieri vale lo stesso principio: il sistema paga il doppio per mantenere lo status quo.

Nuove assunzioni o caos annunciato

Adesso il rischio è che, nel momento più delicato per il sistema sanitario – tra ferie estive, ondate di caldo e milioni di pellegrini attesi per il Giubileo – gli ospedali si ritrovino scoperti. La Regione Lazio ha dato le indicazioni: basta con i professionisti a gettone, via libera invece a nuove assunzioni tramite scorrimento delle graduatorie. Ma le Asl saranno pronte a recepire? Il tempo stringe. E se non si agisce in fretta, la crisi di personale potrebbe trasformarsi in una vera e propria emergenza sanitaria.