Santa Marinella: arrestato (di nuovo) il nobile Andrea Odescalchi

Castello Odescalchi

Un castello per ospitare matrimoni da favola. E una serra per scopi meno poetici, anche se il nome del protagonista di questa vicenda è di quelli di sangue blu. Tra le mura aristocratiche di Santa Marinella, i carabinieri hanno infatti pizzicato di nuovo Andrea Odescalchi, esponente di una nota famiglia nobile romana, intento a coltivare marijuana. Una storia che sa di déjà vu: l’uomo era già finito nei guai nel 2016 per lo stesso motivo. Stavolta, a distanza di quasi dieci anni, è tornato agli arresti domiciliari. Più discreto, forse, ma sempre recidivo.

Dal castello al commissariato: il ritorno di Odescalchi

È bastato un controllo casuale per far riaffiorare il passato. La vicenda risale alla sera del 6 aprile, ma il nome “altisonante” è saltato fuori solo nelle ultime ore. I militari hanno fermato Odescalchi mentre fumava uno spinello, e il suo nome, già noto alle forze dell’ordine non per titolo nobiliare ma per quanto successo nel 2016, ha fatto scattare l’allarme. A quel punto è partita la perquisizione nella casa e nel parco del castello di famiglia, proprietà dello zio, completamente estraneo ai fatti, e affittato regolarmente per eventi e ricevimenti.

Dentro due piccole serre nascoste tra la vegetazione, i carabinieri hanno trovato 23 piante di cannabis coltivate con cura, alte tra i 40 e i 165 centimetri. Le piante erano disposte in modo ordinato tra le due serre improvvisate all’interno dell’abitazione e nel giardino. Nella sua abitazione, inoltre, c’erano quasi mezzo chilo di marijuana già pronta all’uso. Un bottino che ha fatto scattare l’accusa di detenzione ai fini di spaccio, nonostante mancassero elementi per pensare a una vera attività di produzione o distribuzione organizzata.

Finale da déjà vu

Nel 2016 erano 35 le piantine che crescevano indisturbate nel verde del castello. All’epoca l’arresto fu un colpo di scena; oggi, invece, sembra solo l’ennesimo capitolo di una storia che si ripete. Odescalchi, classe 1983, alla vista dei militari si è mostrato nervoso ma non ha opposto resistenza.

L’arresto è stato convalidato in direttissima, e il giudice ha deciso per i domiciliari, mentre le serre sono state smantellate e il castello torna – almeno per ora – a fare solo da sfondo a cerimonie e banchetti.