Sarà presentato sul laghetto dell’Eur l’8 luglio il docufilm “La luce di Roma”

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Di film su Roma, sia per l’ambientazione che come protagonista, ce ne sono tanti. Ma “La luce di Roma” è un docufilm che rivela come la capitale può ritrovare se stessa attraverso l’arte e i suoi artisti. L’idea è di Guido Talarico, che ne è anche regista e produttore: “Volevo dare una risposta a questa necessità di dover ripensare il futuro delle grandi metropoli, a partire dalla Città Eterna, il cui fascino millenario rimane immutato, ma il cui decadimento deriva da lontane responsabilità”. A offrire un punto di vista per una nuova prospettiva sono gli interpreti del film. Una lunga sfilza di firme prestigiose che hanno impresso il loro segno nella storia delle città.

Riscoprire Roma con occhio critico

Riscoprire il presente con un occhio critico e creativo, facendo parlare i creativi che vivono e lavorano nella capitale. Coinvolgerli per chiedere al loro talento di indicare percorsi nuovi per far rinascere Roma, è l’obiettivo della pellicola che si avvale della fotografia di un filmmaker specializzato nelle incursioni d’arte come Talarico. Il docufilm sarà presentato in anteprima giovedì 8 luglio alle 21,30 nel nuovissimo Floating Theatre sul laghetto dell’Eur, a Roma. L’ingresso alla proiezione è su prenotazione obbligatoria all’indirizzo segreteria@insideart.eu. I racconti di Andreco, Gianni Dessi, Piero Pizzi Cannella, Oliviero Rainaldi, Dirk Vogel, Ra di Martino, Marco Tirelli, Pietro Ruffo, Silvia Giambrone, Cesare Pietroiusti, Veronica Montanino, Matteo Basilè, Gian Maria Tosatti e Roberta Coni.

Raccontare una Roma diversa

Tutti questi racconti sono stati scelti per narrare una Roma diversa, aiutandone a coglierne la grandezza, a riscoprire attraverso i dettagli la sua maestosità, ma anche a indicare un percorso di rinascita. “Roma è una delle città più belle al mondo – ricorda Guido Talarico – ma negli ultimi anni sta vivendo una crisi profonda che la sconquassa, minandone perfino l’identità. La crisi economica, morale, etica e sociale che l’ha colpita è stata così dura da cambiarne il percepito e in qualche modo il destino. La città eterna, che film come “La dolce vita” o “La grande bellezza” hanno consacrato e storicizzato come simbolo dell’epicureismo contemporaneo, sta vivendo una fase di decadimento.

Cercare le ragioni dell’attuale decadenza di Roma

Al tema della responsabilità, primario, se ne aggiunge un secondo che è quello della visione, della prospettiva. “Abbiamo così pensato di chiedere agli artisti un lavoro d’introspezione e proiezione, domandando loro di usare la propria arte per offrire un’analisi della realtà autentica. Ossia, che sappia guardare in profondità alle ragioni della decadenza e, al contempo, offrire una visione originale per una palingenesi della città”. Partendo dagli atelier, dove il grande pubblico di solito non entra, e percorrendo in esterni alcuni dei luoghi di culto della cultura romana – dal Maxxi a Villa Medici, dall’Auditorium a Villa Pamphili – la pellicola dà voce diretta a una narrazione inconsueta e originale degli stessi artisti.

Obiettivo una ripresa di passione politica

“Non si tratta di un monologo dall’alto – continua Talarico – anzi, come dicono i manager, è un racconto top-down. Impostato per aprire spazi a riflessioni che coinvolgano lo spettatore e lo conducano all’impegno e alla responsabilità civica. Per una ripresa di passione politica e dell’interesse nei confronti della gestione della cosa pubblica. Il tutto visto dal punto dell’arte e del talento contemporaneo”.