Sarà Simonetta Matone il candidato del centrodestra a Roma1: lo si è deciso ad Atreju

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“Domani arriveremo a dare il nome di una candidata unitaria per il centrodestra alle suppletive di Roma”. Le parole di Giorgia Meloni, che ha chiuso la kermesse di Atreju sono un indizio in più verso l’intesa su Simonetta Matone, ex magistrato, già in corsa per fare da pro-sindaco in ticket con Enrico Michetti. Spinta dalla Lega, ora Matone ha messo d’accordo gli alleati. Tranne sorprese dell’ultima ora a quanto apprende AdnKronos, l’ex magistrato minorile sarà il nome di Lega, Fdi e Fi in corsa per il seggio di Roma 1, lasciato libero da Roberto Gualtieri. Proprio nel dietro le quinte di Atreju, nella piazza Risorgimento che ha visto incrociarsi tutti i leader del centrodestra, Matteo Salvini, principale sponsor della Matone, ha incassato il sì di Giorgia Meloni e di Antonio Tajani. Stasera ultimo giro di telefonate in vista dell’annuncio di domani.

Meloni: Draghi? Non so ancora se sia un patriota…

“Non accetteremo compromessi”. Giorgia Meloni si dice pronta a guidare “lo schieramento dei conservatori” che significa anche il centrodestra italiano e lancia la prima sfida. “E’ finita la pacchia, i nostri voti sono determinanti, dobbiamo portare al Colle un presidente patriota”. Da Atreju la leader di Fdi incassa applausi e cori. Poi in Tv annuncia che “ancora non ho gli elementi” per capire se Draghi ha il profilo del patriota. “Vedremo – spiega – com difenderà l’italianità in dossier caldi, come quelli sulle telecomunicazioni, sulla Borsa italiana”. In ogni caso se sarà Draghi a salire al Colle – da patriota o no – cioè anche con i voti di Fdi Meloni fa sapere che si aprirà il capitolo del voto. “Che noi continuiamo a volere, visto che il mandato di Draghi era legato a quello del presidente Mattarella”.

Cala il sipario su Atreju, un grandissimo successo

Incassato nell’ultimo giorno di Atreju il plauso degli alleati europei, da ultimo quello dello spagnolo di Vox Jorge Buxadè e del tories britannico James Wharton la leader italiana non si nasconde. “Il nostro obiettivo è ora dare casa politica a chi vuole battersi con noi contro il pensiero unico. Ci hanno affidato la guida dei conservatori europei, serve ora di unire di più le forze, aprire di più la nostra casa”. Un messaggio chiaro che non passa inosservato. “Non sto però parlando di un altro partito o di un simbolo diverso, parlo della legittima aspirazione a guidare il campo dei conservatori”. Perché “abbiamo in testa un progetto visionario”. “Vogliamo costruire il nostro progetto tra la gente, nelle fabbriche, nelle scuole”, dice Meloni tra gli applausi più forti ricevuti questa mattina in piazza Risorgimento.

Dalla Meloni duri attacchi al Pd

Il suo è innanzi tutto un messaggio chiaro al centrodestra, con la rivendicazione che “noi siamo l’unico partito che non fa accordi di palazzo”. Tanto da arrivare a dire che “Palazzo Chigi è l’ufficio Stampa dell’Eliseo, Letta è il Rocco Casalino di Macron”. Avvertendo che “questo è l’europeismo a cui dovremmo piegarci e a cui diciamo ‘no grazie'”. Letta è il bersaglio principale: “Non prendiamo lezioni da chi sta al governo con i Cinque Stelle, con chi deve chiarire dei soldi dal Venezuela, da chi sta al governo con Renzi che tratta con regimi che lapidano le donne”.

Nessun compromesso sui clandestini

Nessun compromesso neanche sui clandestini. “Noi difenderemo sempre i confini, non saremo mai tolleranti con l’immigrazione irregolare di massa. L’immigrazione non è un diritto, è una concessione i cui tempi e modi vengono decisi dalla Stato ospitante”, dice ancora. Chiedendo al premier Draghi “come mai Lamorgese sia ancora al suo posto. In uno Stato normale, lei e Speranza sarebbero a casa da un pezzo”. “Ma quale solidarietà vogliono?, dice poi rivolta alle forze della sinistra -. Attirare migliaia di disperati, per poi sfruttarli nei campi, come i neri che raccoglievano il cotone nell”800 in Usa, ma anche lì erano i conservatori che non volevano lo schiavismo, non i democratici”.