Saranno stati i fascisti a cacciare Verdelli da Repubblica?

Carlo Verdelli defenestrato. Il direttore di Repubblica esautorato senza ah né bah. Erano giorni che le organizzazioni dei giornalisti manifestavano solidarietà incondizionata al direttore di Repubblica per le terribili minacce dei terribili fascisti. La voce libera di Repubblica era minacciata, insieme con l’antifascistissimo suo direttore. E invece, il giorno per il quale queste minacce prevedevano la sua morte, è arrivato il licenziamento. Non è uno strano scherzo del destino? Ma non sarà stata la proprietà di Repubblica che con falsi account minacciavano da settimane Verdelli spacciandosi per camicie nere? Il sospetto di fascismo c’è. Tanto è vero che domani Repubblica non sarà in edicola per uno sciopero e il sito ha cessato di funzionare da mezzanotte. Ma sciopero contro chi?
Chi lo sa, ma la circostanza è strana forte. Lo ha notato persino Giulietti, il supersindacalista antifascista giornalista. Ha definito di cattivo gusto cacciare Verdelli proprio nel giorno in cui si sarebbe dovuto consumare il suo omicidio per mano squadrista. E così, mentre Verdelli e quelli di Repubblica cercavano solidarietà all’esterno, il pugnale degli Arditi è invece arrivato da dove non se l’aspettava. Dall’interno, dalla sua comunità umana politica e professionale che gli ha dato il benservito senza tanti complimenti. Ora sui social i leoni da tastiera ruggiscono e gli dimostrano solidarietà. Ma domani saranno al fianco del nuovo direttore, chiunque sia, per diffondere il verbo radical chic che è sempre stata – legittimamente, per carità – la cifra di Repubblica.

E’ durato poco più di un anno Verdelli, dopo l’addio al veleno di Calabresi, che si era arrogato il merito di aver frenato il catastrofico tracollo di Repubblica. Lui durò invece tre anni, e disse al suo congedo di aver fatto ritrovare l’identità a Repubblica. Nulla di più sbagliato: l’identità di Repubblica è sempre la stessa dal 1976. Quelle dei ricchi radical chic che nell’ansia di essere anticonformisti, oltre che antifascisti, beninteso, si buttano a sinistra. Perché sono moderni, sono civili, sono progressisti, sono pacifisti, amano i clandestini, sono tanto chic, frequentano i salotti-bene e non sono rozzi come Trump e come Bush.
I comunisti col Rolex, quelli dei quartieri alti che votano rigorosamente Pd perché sono umani. Ma che non vorrebbero mai un Selam palace o una Sprar nei loro quartieri. O un campo rom. Se mai il centrodestra dovesse prendere il Campidoglio, vogliamo proporgli di installare un campo rom o un centro di accoglienza per immigrati, magari affetti da Covid, proprio nel cuore dei Parioli, dove abitano loro tra apertivi e brunch e circoli esclusivi. Restiamo umani.