Sassari, un terrorista islamico detenuto aggredisce violentemente due guardie carcerarie

carcere di bancali (2)

Carceri in Italia fuori controllo. “Ieri sera, verso le 21, un detenuto nel carcere di Bancali (Sassari), classificato ad Alta Sicurezza perché terrorista islamico, ha aggredito due poliziotti. All’uomo era stato permesso di uscire dalla cella per fare l’insulina: dopo aver usufruito della terapia, però, ha cercato di uscire dal Reparto affermando di dover andare nell’ufficio della Sorveglianza per parlare con il preposto di Polizia Penitenziaria. Quando gli agenti lo hanno fermato, l’uomo ha colpito uno dei due con dei pugni al viso procurando delle lesioni al braccio all’altro”. Lo rende noto Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

Il Sappe denuncia: Criticità al carcere di Banvali

“Il Sappe ritiene utile ancora una volta lanciare l’allarme circa le criticità che investono la Casa circondariale di Bancali, che continua a non avere un direttore ed un Comandante di reparto titolari pur essendo un carcere complicato e con molte tipologie di detenuti – continua ancora Cannas -. Ormai, di questo tracollo se ne sono ben resi conto anche i detenuti più facinorosi che non ritengono di aver nulla da perdere e per i quali la vita di un poliziotto vale davvero poco. È ora di intervenire drasticamente e non solo a chiacchiere, come fa abitualmente l’Amministrazione Penitenziaria assegnando a Bancali un direttore e un Comandante di Reparto della Polizia Penitenziaria, sanzionando pesantemente e senza il minimo indugio i detenuti che si rendono protagonisti di questi atti di violenza”.

L’Upc chiede più personale

“Quanto avvenuto nel carcere di Bancali dimostra che il personale non è sufficiente. Il rapporto Antigone mostra numeri durissimi. In Sardegna ci sono 2.617 detenuti per 2.065 posti. Il governo risponde che l’unica alternativa è la costruzione di nuovi istituti penitenziari”. Lo afferma il segretario del movimento Unione Popolare Cristiana (Upc) Antonio Satta. “E in Sardegna va rafforzato il garante dei detenuti, per dare certezze a chi costretto nei penitenziari. Noi non vogliamo abdicare a quanto dice la Costituzione, che la pena ha l’obiettivo di rieducare e reintegrare. Ci sembra invece che l’esecutivo voglia andare nella direzione  opposta. Senza personale non si può né garantire la sicurezza né assicurare forme di rieducazione “, conclude Satta. Ma si potrebbero fare entrambe le cose.