L’invasione di clandestini continua. Una vergogna nel silenzio

Invasione clandestini

Il silenzio glaciale sull’invasione di clandestini in Italia è davvero drammatico. Sicuramente l’attenzione dei media è più concentrata su chi voterà il senatore Ciampolillo, ma gli italiani hanno diritto a veder rispettata la loro sovranità, a partire dalla difesa dei confini nazionali.

Invece pare che non freghi proprio a nessuno. Venghino signori venghino, che qui c’è il Bengodi grazie ad un ministro come Luciana Lamorgese. La signora sta leggendo più i giornali che i verbali di polizia perché teme per le proprie natiche non appena dovesse arrivare un nuovo governo. O comunque un rimpasto.

Continua l’invasione di clandestini

E per fortuna Matteo Salvini c’è ancora a ricordare i troppi danni provocati da chi sta al vertice del Viminale.

“L’invasione continua”, ha scritto su Twitter il segretario della Lega, postando una infografica relativa agli sbarchi di clandestini a gennaio. Le cifre snocciolate dal Capitano si basano proprio sui dati del Ministero dell’Interno.

Con Salvini al Viminale nel 2019, ricorda l’immagine pubblicata sui social dal leader del Carroccio, gli sbarchi in Italia furono 202; nel 2022, con Luciana Larmogese ministro dell’Interno 1449 (dati rilevati dall’1 al 22 gennaio). ’Disastro clandestini’ si legge quindi nella parte bassa della scheda.

I dati sono drammatici. Tutti zitti

Quel che appare incredibile di fronte a numeri da brivido è il silenzio generale sui migranti illegali che arrivano a frotte da noi. Non si comprende neppure a che livello arriverà l’indignazione popolare a fronte di un’autentica invasione anche in spregio alle incredibili norme sanitarie escogitate “contro” il popolo italiano mentre chi arriva da fuori può praticamente fare come gli pare.

Serve un ministro all’altezza della situazione. Occorre un governo che abbia la consapevolezza di un dramma. Invece, ci tocca assistere alla commedia processuale architettata da chi vorrebbe infliggere anni e anni di galera a Salvini per aver fatto il suo dovere al Viminale.

Non ci stancheremo mai di parlarne, perché la difesa dei confini sia un obbligo e non una facoltà.