Scandalo a Palermo: seggi ancora chiusi alle 13. Salvini chiede l’intervento di Mattarella

seggi a Palermo, Salvini protesta

Il senatore Matteo Salvini ha espresso “preoccupazione e sconcerto” al Capo dello Stato per quanto sta succedendo a Palermo. Il leader della Lega, riferendosi alla mancanza di decine di presidenti di seggio, sottolinea “il grave danno per la democrazia in una delle città più importanti d’Italia”. Lo rende noto la Lega.

“In relazione alla situazione determinata dalla rinuncia da parte di soggetti nominati a svolgere la funzione di presidenti del seggio, mentre si sta cercando di ovviare alle conseguenze di questo irresponsabile comportamento, l’amministrazione comunale sta inviando gli atti alla Procura della Repubblica per ogni azione di competenza finalizzata all’accertamento di responsabilità di natura penale”. Lo fa sapere l’amministrazione comunale di Palermo in merito all’assenza di numerosi presidenti di seggi.

A Palermo sono stati nominati e si stanno insediando gli ultimi 13 presidenti di sezione che erano mancati a causa di improvvise rinunce. È quanto si apprende alle 13 da fonti del Viminale. “Presto – sottolineano le stesse fonti- le operazioni di voto saranno regolari in tutte le 600 sezioni cittadine.

“A fronte di quanto sta accadendo in molte sezioni elettorali, dove mancano addirittura i presidenti di seggio e le operazioni di voto non sono ancora state avviate, chiediamo un intervento deciso e immediato da parte del governo nazionale, affinché garantisca l’effettiva regolarità dei seggi delle elezioni amministrative di Palermo”. Così il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla.

“Lo avevamo avvisato rivolgendoci direttamente al ministro dell’Interno Lamorgese. Puntualmente si è verificato ciò che in un paese civile non dovrebbe mai accadere: presidenti di seggio assenti ed elettori rimandati indietro. Una responsabilità non solo della prefettura ma prima di tutto dell’amministrazione comunale. L’ultimo, ennesimo, segnale che Palermo ha bisogno di un cambio di passo netto”. Lo dichiara Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa.

“Non si tratta però solo del voto sul sindaco ma anche del referendum giustizia: dopo l’oscuramento da parte dei media dei quesiti sulla giustizia, ai cittadini ora viene persino impedito di votare. Oltre il danno, una inaccettabile beffa”, conclude Magi