Scandalo sanità, sui test sierologici si paga troppo e la Regione tace (video)

La Regione Lazio aveva dato una indicazione chiara. I test sierologici per verificare se si è stati contagiati dal covid 19 devono essere fatti a prezzi sociali. Con un costo imposto di 15 euro e 23 centesimi. Ma secondo un reportage curato dalla trasmissione di RAI 3 Agorà le buone intenzioni sono rimaste solamente sulla carta. Proprio come era già successo per le famose mascherine. Che si dovevano vendere a 50 centesimi e improvvisamente erano diventate introvabili. Questa volta a caricare sui costi del prelievo e dei test ci hanno pensato i laboratori di analisi. E non parliamo di quelli privati. Perchè in questo caso il prezzo lo fa il mercato. E se uno vuole e può spendere è libero di farlo. Ma delle strutture pubbliche. E anche di quelle accreditate. Che usufruiscono dei finanziamenti regionali. E che quindi dovrebbero rispettare le regole. Cosa che invece non è successa, almeno nelle telefonate fatte dalla giornalista di Agorà. Che chiedeva quanto si paga per le analisi fingendosi una cittadina interessata. E il tariffario è stato sempre lo stesso, dai 45 ai 60 euro. Davvero troppo, e Cittadinanzattiva ha scritto alla Procura della Repubblica. Per individuare i furbetti e sanzionarli. Vedremo se basterà a ripristinare le regole.

Per un test sierologico nel Lazio si pagano anche 60 euro. La Regione aveva fissato il costo a 15 ma ora tace e l’assessore D’Amato è in fuga 

La legittima curiosità di sapere se si è stati contagiati dal coronavirus o se si è positivi e magari asintomatici nel Lazio costa cara. Eppure dovrebbe essere interesse delle istituzioni agevolare i test a pezzi sociali. Proprio per limitare il più possibile la diffusione del contagio. Per la Regione il costo non può superare i 15 euro e 23 centesimi. Ma poi ogni laboratorio fa come gli pare.E si paga troppo. Così la trasmissione di RAI 3 Agorà ha scoperchiato questo vaso di Pandora. Ed è venuto fuori un po’ di tutto. Con risposte veramente fantasiose date al telefono dalle centraliniste dei laboratori contattati. Dalla classica vale solo per le strutture pubbliche ma non per noi, a dei distinguo più sottili. Quel costo si riferisce solo al prelievo e all’esame delle IGG, spiegava una operatrice. Se però si vuole un test completo è chiaro che costa di più. E ancora, ci dispiace ma il kit è unico. Quindi non possiamo fare solo una parte dell’esame e il tariffario è per forza più alto. Tutte risposte in teoria accettabili. Ma purtroppo false. Perchè la tariffa e’ solo quella base prevista dalla Regione. E vale anche per tutti i laboratori accreditati. Ma la voce autorevole dell’assessore D’Amato ancora non si sente.

Anche il San Giovanni aumentava i costi dei prelievi. E dopo la denuncia di Agorà e Cittadinanzattiva arriva la retromarcia 

Anche una struttura pubblica come il San Giovanni Addolorata avrebbe aumentato i costi del test sierologico anti covid. Non tanto come i laboratori privati accreditati ma comunque di circa 3 euro a prelievo. Passando da poco più di quindici a diciotto. Il perchè davvero non si capisce, visto che in questo caso parliamo di una struttura completamente pubblica. E sempre secondo quanto riportato  nella trasmissione Agorà dopo la denuncia di Cittadinanzattiva la schermata di prenotazione sarebbe cambiata. Ritornando alla cifra originale di 15 euro e rotti imposta dalla Regione. Ora vedremo se la Magistratura vorrà fare chiarezza. E se qualcuno rischierà di perdere l’acceditamento regionale. Ma rimane la tristezza per la ennesima speculazione. Fatta approfittando della paura delle persone e dell’epidemia di coronavirus. Da gente senza scrupoli che non merita di rappresentare il mondo della sanità nella nostra Regione.