Scienza e regioni d’accordo: con questi dati non si possono riaprire le scuole

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Impensabile riaprire le scuole adesso: la Azzolina se ne faccia una ragione. “Con questi dati in crescita faccio un appello al governo a riflettere bene sulla riapertura delle scuole superiori il 7 gennaio. Devono restare chiuse, in tutta Italia. Sarebbe estremamente imprudente in questa fase dell’epidemia riaprire le superiori fra una settimana”. Lo afferma l’assessore regionale del Lazio alla Sanità, Alessio D’Amato. “Occorre grande prudenza, siamo nella fase più delicata della pandemia, ci sono tre mesi invernali di fronte. E noi saremo impegnati in una complessa campagna vaccinale. Il problema non sono le lezioni in aula – prosegue – ma tutto ciò che sposta la scuola, tutto ciò che gira attorno alla scuola. Pensare di ripartire, alle superiori, quando registriamo più di 20mila casi al giorno non ha senso”.

Le scuole contribuiscono al contagio

“Sono molto preoccupato dall’evoluzione dell’epidemia rispetto ad una riapertura delle scuole il 7 gennaio con didattica in presenza. Diversi studi scientifici mostrano che gli studenti delle superiori contribuiscono in modo significativo alla diffusione del virus”. A dirlo, all’Adnkronos Salute, è Giovanni Sebastiani, del Consiglio nazionale delle Ricerche. Sebastiani basa le sue previsioni sui dati e fa notare che “nel Regno Unito, a causa della ripresa dell’epidemia, le scuole superiori ripartiranno il 18 gennaio ad esclusione degli studenti dell’ultimo anno, che inizieranno l’11”. Secondo Sebastiani “la ragione e la prudenza suggeriscono di ripartire con le scuole superiori nella seconda metà di gennaio, una volta verificati che gli effetti delle misure del periodo di vacanze natalizie-inizio anno-Befana”.

Anche i presidi contrari

Anche i presidi sconsigliano la frettolosa riapertura. “Le scuole nel Lazio non riapriranno se le istituzioni che si interessano di trasporti, sanità e ordine pubblico non garantiranno quanto di loro competenza”. A parlare è il presidente dell’Associazione nazionale presidi per il Lazio. “Ad oggi manca nella Regione ancora il piano trasporti. D’Amato afferma che le superiori non possono tornare in presenza il 7 gennaio perché sa che il Lazio non è in grado di garantire le condizioni di sicurezza necessarie per la riapertura”. “Noi siamo da sempre per la frequenza degli studenti in presenza, non in dad, ma ad alcune condizioni. Distanziamenti in classe, misure profilattiche previste dal Cts e che siano adeguati e funzionali i trasporti pubblici.

Non sono stati ascoltati gli operatori delle scuole

Far entrare i ragazzi alle 10 – afferma Rusconi – significa spostare l’uscita alle 16, arrivare a casa alle 17.30-18. Rovinando così la giornata dei nostri adolescenti da un punto di vista fisiologico e di studio. Inoltre, – prosegue – nel Lazio e nel centro sud a differenza di altre regioni non abbiamo ancora un piano trasporti dettagliato, cioè non c’è contezza degli orari dei trasporti. Si presume forse – domanda – che i ragazzi possano essere lasciati a bighellonare per strada in attesa dell’inizio delle lezioni?”. Il presidente Anp-Lazio chiarisce: “A Roma noi dirigenti scolastici non siamo stati ascoltati. Il punto è – conclude – che finché si agirà solo sulla scuola sarà irrealizzabile la ripartenza”.

Anche i medici contrari alla frettolosa riapertura

Anche l’Ordine dei Medici contrario a questa follia. “Se facciamo la zona rossa possiamo mandare i ragazzi a scuola. Se davvero tutti stanno a casa, riducendo così la pressione sui trasporti, e se i ragazzi non possono aggregarsi fuori, i sistemi di tutela messi a punto all’interno delle scuole possono funzionare. Diversamente abbiamo visto che il sistema non ha funzionato. Aprire le scuole comporta un aumento della diffusione del virus”. Lo afferma il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli Odontoiatri (Fnomceo). “Per fare andare i ragazzi a scuola – ribadisce – ci vuole una zona rossa vera. Solo così si può organizzare un trasporto dedicato per la scuola, senza grandi rischi”, conclude.