“Scienze politiche è occupata da gente coi capelli bianchi”: la clamorosa denuncia contro i violenti rossi

Scienze Politiche

“Questa non è un’occupazione degli studenti! In questi minuti si sta consumando un’altra brutta pagina alla Sapienza. Di studentesco in questa occupazione c’è ben poco. A protestare non sono gli studenti dei collettivi e quanto sta accadendo è gravissimo. Con la partecipazione di associazioni extrauniversitarie popolate visibilmente da soggetti ben oltre i 40 anni. Non mancano neanche le associazioni eversive filoputiniane, già note alle cronache per episodi di violenza. Cosa può accadere non è neanche immaginabile. L’Università e gli studenti non c’entrano più. Le sigle di estrema sinistra stanno cercando di portare lo scontro a livelli veramente preoccupanti”. Lo dichiara Nicola D’Ambrosio, Presidente di Azione Universitaria.

“Esprimiamo forte solidarietà alla Rettrice e ci auguriamo che la parte studentesca sana, quelli che vedono nell’Ateneo un luogo di approfondimento e dibattito e non di violenza, venga tutelata. Noi di Azione Universitaria non ci stiamo ai ricatti dei violenti e per questo chiediamo a tutte le compagini politiche di prendere posizione contro ciò che sta accadendo. Non si può legittimare un clima di paura e tensioni. In pericolo c’è la sicurezza all’interno degli Atenei”, conclude.

Che cosa hanno detto gli studenti che hanno occupato Scienze Politiche

“Le violente cariche sugli studenti che manifestavano contro la presenza dei fascisti e dei reazionari a Scienze Politiche ha spinto gli studenti universitari, riuniti in una grandissima assemblea, ad occupare la facoltà di Scienze Politiche”. Lo annuncia su Facebook il movimento studentesco ‘Cambiare Rotta’ spiegando che “le nostre richieste sono chiare: vogliamo le dimissioni immediate della rettrice Polimeni e la garanzia che non verranno mai più fatte entrare le forze dell’ordine nell’ateneo. Richieste semplici – sottolinea il Movimento – atte a ristabilire livelli minimi di democrazia e vivibilità nell’università, prendendo atto che le massime istituzioni interne alla Sapienza non sono state in grado di garantire la sicurezza degli studenti”.

“Il governo Meloni, in continuità con il governo Draghi, sta già inasprendo i livelli di repressione delle proteste, una tattica che conosciamo bene: colpire il dissenso per continuare, senza una vera opposizione nel paese, a produrre politiche guerrafondaie, anti-popolari e che condannano sempre di più la nostra generazione a un futuro di precarietà”.

“Questo Parlamento e questo Governo – proseguono gli studenti di ‘Cambiare Rotta’ – non ci rappresentano, come non ci rappresenta il governo del nostro ateneo.