Sciopero dei dipendenti pubblici, i sindacati vogliono lo scontro sociale

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Sindacati senza ritegno. Suscita incredulità e sdegno l’irresponsabilità della Triplice sindacale che aizza i dipendenti pubblici allo sciopero per avere il rinnovo del contratto. “Se fossi un dipendente pubblico il 9 dicembre prossimo io andrei a lavoro, in polemica con i sindacati che si assumono una responsabilità grave. Soffiano sul fuoco sullo scontro sociale. Queste categorie hanno avuto uno stipendio mentre ci sono milioni di italiani in ginocchio”. Lo ha detto la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni a L’aria che tira, su La7.

Toti: i sindacati provocano chi non ha più lo stipendio

Anche il governatore della Liguria Giovanni Toti è sconcertato, e parafrasa Kennedy. “Ci sono momenti in cui tutti dovrebbero chiedersi: cosa posso fare io per il mio Paese? E non cosa il mio Paese può fare per me. Francamente lo sciopero del pubblico impiego proclamato per il 9 dicembre, in piena pandemia, lascia perplessi. Nessuno mette in discussione le legittime rivendicazioni, né gli strumenti tipici del sindacato, come lo sciopero. Ma incrociare le braccia mentre la nazione è impegnata nello sforzo bellico contro il Covid è qualcosa che suona surreale. E anche provocatorio verso tutti quei cittadini che vorrebbero lavorare ma non possono farlo perché le loro attività hanno le saracinesche chiuse per legge, per evitare che il virus si espanda e dunque per difendere dal contagio anche coloro che il 9 dicembre sciopereranno”.

Ai dipendenti pubblici dati già 3,8 miliardi

Ma la partita ora è soprattutto col governo giallorosso, tradizionale protettore dei sindacati e della loro politica distruttiva. “Io credo che ci sia forse una volontà di non capire la situazione. Le risorse stanziate, 3,8 miliardi, non sono poche se si considera anche la passata manovra, quella attuale e la situazione delicata creata dalla pandemia”. A dichiararlo, commentando ai microfoni di radio 1 Rai lo sciopero della Pa del 9 dicembre, è il ministro per la pubblica Amministrazione Fabiana Dadone. “Venire a chiedere oggi ulteriori risorse per aprire una fase contrattuale, pensando di poter recuperare 10 anni di blocchi, sia oggettivamente difficile”.

I sindacati insistono con gli aumenti mentre c’è chi muore di fame

Ma i sindacati insistono con le loro rivendicazioni economiche, fregandosene di chi lo stipendio non ce l’ha più. “Nessuno ha mai parlato di recuperare dieci anni di blocco della contrattazione, che sarebbero oltre 9 punti percentuali di incremento salariale”. A dichiararlo i sindacati del settore pubblico Cgil Cisl Uil Fp, rispondendo al ministro della pubblica Amministrazione. Aggiungendo che “quello che stanno chiedendo le lavoratrici e i lavoratori è di vedersi riconosciuti aumenti salariali in linea con la condizione economica delle famiglie e di non vedersi sottratte dalla busta paga somme già erogate in questo momento, a partire dall’elemento perequativo”, concludendo che “su questo il ministro non ci ha mai risposto”.