Sciopero generale venerdì 20 giugno 2025, metro e bus a rischio a Roma: gli orari

Una data c’è e su questa non sembrano esserci dubbi: il 20 giugno, di venerdì, è stato proclamato uno sciopero generale su scala nazionale. E anche a Roma, così come in tutte le altre città del nostro Paese, i trasporti, quindi bus, metro e tram, potrebbero essere a rischio. Sì perché le segreterie regionali di Roma e Lazio della CUB-TRASPORTI, SGB, USB Lavoro Privato hanno aderito all’agitazione sindacale, quella che durerà 24 ore: dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 fino a fine servizio.
Sciopero generale 20 giugno 2025
Al momento non è chiaro se Atac aderirà o meno allo sciopero, resta da capire quali saranno le modalità e sicuramente a breve l’azienda annuncerà gli eventuali cambiamenti. Quello che è certo è che l’agitazione sindacale ci sarà e il 21 giugno, il giorno seguente, è prevista una manifestazione a Roma. Chi incrocia le braccia e si ferma lo fa con un solo obiettivo, che urla a gran voce: alzare i salari, abbassare le armi.

Le motivazioni
Come ha fatto sapere l’Unione Sindacale di Base il 20 giugno ci sarà lo sciopero generale per aumentare gli stipendi. “Stiamo vivendo un periodo della storia che non avremmo mai voluto affrontare. Sono anni che si sta chiedendo un aumento degli stipendi ma ci hanno sempre risposto che non ci sono i soldi per i contratti e i salari dei lavoratori rimangono bassi, mentre le bollette e il carovita aumentano, così come aumentano i poveri e 6 milioni di pensionati “vivono” con pensioni da fame. Sempre più persone rinunciano alle cure mediche e la sanità pubblica è smontata pezzo dopo pezzo. Gli affitti e i prezzi delle case crescono in continuazione. Le industrie vengono svendute ad altri paesi, cresce il lavoro precario e sottopagato mentre si nega il salario minimo. I fondi per queste avventure guerrafondaie vengono rastrellati riducendo ulteriormente la spesa pubblica per lo stato sociale, a partire dalla sanità, per i salari, l’occupazione, le pensioni che oggi già sono a livelli inaccettabili” – spiegano.
“Vogliamo la pace e non la guerra, non vogliamo pagare per scelte guerrafondaie che ricadranno inevitabilmente sulla nostra vita. Non accettiamo più che si muoia di lavoro senza che nessuno paghi e che non si assumano provvedimenti efficaci, non possiamo più stare senza contratti e senza aumenti adeguati. Non vogliamo chiudere gli occhi le orecchie e la bocca di fronte al genocidio in corso in Palestina. Il futuro è sempre più incerto e preoccupante. In questa situazione c’è bisogno di un sussulto di dignità e di protesta” – hanno continuato. Da qui la decisione di proclamare lo sciopero venerdì prossimo, mentre a Roma sabato 21 è in programma una manifestazione nazionale, con il corteo che partirà alle 14 da piazza Vittorio.
Contro il genocidio (e non solo)
Chi sciopera, quindi, lo fa per più motivi: contro il genocidio dei Palestinesi, l’invio di armi ad Israele, il riarmo e la guerra. Ma anche contro lo sfruttamento sul lavoro e la precarietà. L’obiettivo della manifestazione, che interesserà più settori e abbraccerà tutta l’Italia, sarà quello di aumentare i salari, le pensioni, il diritto all’abitare. Chi si ferma lo farà per bloccare le relazioni diplomatiche ed economiche con Israele, chiedere la pace e investire su sanità, scuola, trasporti, welfare.
Il 20 giugno, quindi, sarà un venerdì nero per tantissimi cittadini, quelli che probabilmente a Roma (e non solo) dovranno fare i conti con bus, metro, tram a rischio.