Quella scissione dell’atomo che ridicolizza il finto Terzo polo

Scissione dell’atomo renzi calenda

Se il Terzo polo – lo chiamano così – fa prove pratiche di scissione dell’atomo, vuol dire che non è mai stata  una cosa seria. Va ricordato a quelli che “i moderati dove sono”…

Lì, non ci sono moderati, in mezzo a Carlo Calenda e Matteo Renzi. Ma solo trasformisti che dicono contemporaneamente no a tutto e sì a tutti. Istruttivo, ad esempio, il consueto scambio di tweet – uno spettacolo quotidiano – che stavolta Calenda ha avuto con il suo ex sodale Benedetto Della Vedova, con cui ha rotto prima di allearsi con il suo ex nemico Renzi.

Va detto che Calenda è uno che si offende facile e non poteva passargli inosservata un’intervista di Della Vedova (è l’unico ad averla letta) che lo accusava di una “rottura incomprensibile” col Pd. Ma pover’uomo, come ti viene in mente. E subito il cosiddetto capo del Terzo Polo (Renzi ancora ci ride su) ha twittato: “Ma vi rendete conto che questo signore ha praticamente passato tutti i partiti dell’arco costituzionale, ha distrutto PiuEuropa per tre seggi semisicuri e viene a fare la morale a noi. Il mondo all’incontrario.

Splendida la risposta di Della Vedova: “Carlo, la penso come Calenda che firmava il patto con Letta per “impedire la deriva venezuelana”. Quanto alle polemiche personali, rivendico la mia storia. Come te immagino: Italia Futura, Scelta Civica, PD, Siamo Europei, di nuovo PD, Azione (No Renzi/Si Renzi).

Buona Campagna.

Roba da scissione dell’atomo. Se si prendono a pesci in faccia, i moderati…, in questa maniera mettendo in fila tutti i partiti che hanno cambiato, che garanzie possono dare agli italiani al voto domenica…

Sono solo appassionati cercatori di poltrone e ingannano gli elettori per lo scopo. Volevano fare la rivoluzione dei programmi, ma è finita in dramma. Rovinando anche i piani del povero Letta, che da quando Calenda ha rotto con lui ha cominciato una discesa terribile nei sondaggi. Calenda nel suo curriculum ha più partiti che punti percentuali: non fa un po’ pena?