Scomparsa Maria Denisa Adas, un avvocato indagato per sequestro: l’ipotesi del rapimento

Maria Denisa Adas

Si infittisce il mistero attorno alla scomparsa di Maria Denisa Adas, trentenne romena residente a Roma e di professione escort, svanita nel nulla nella notte tra il 15 e il 16 maggio 2025 a Prato. Gli inquirenti stanno seguendo con decisione la pista del rapimento, dopo l’emersione di nuovi elementi. Tra questi, l’iscrizione nel registro degli indagati di un avvocato calabrese, sospettato di aver avuto un ruolo attivo nella sparizione della donna.

Avvocato 45enne indagato per sequestro

È un avvocato 45enne, originario di Reggio Calabria, l’uomo finito al centro dell’indagine. La Procura di Prato lo ha formalmente indagato per sequestro di persona in concorso. Dopo la sparizione di Maria Denisa Adas, avrebbe contattato la madre della giovane dicendo che la figlia era viva ma ferita, trattenuta da un gruppo di connazionali romeni che volevano costringerla a prostituirsi.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, l’uomo avrebbe anche offerto assistenza legale gratuita ai presunti sequestratori, con l’obiettivo di facilitare la liberazione della donna. Una proposta ritenuta quantomeno anomala, che ha attirato l’attenzione degli investigatori e fatto scattare l’iscrizione nel registro degli indagati.

Il cellulare riacceso per un’ora

Durante la notte in cui si sono perse le tracce di Maria Denisa Adas, i suoi telefoni cellulari sono stati riaccesi per circa un’ora, generando traffico dati in connessione con almeno altri due dispositivi. Uno dei telefoni ha agganciato una cella nella zona di via Nenni a Prato alle ore 2:43 del 16 maggio, prima di essere nuovamente spento.

Le forze dell’ordine stanno analizzando in profondità questi dati, nel tentativo di tracciare gli ultimi spostamenti della giovane e individuare eventuali soggetti che possano aver avuto contatti diretti con lei nelle fasi finali prima della scomparsa.

Al vaglio la stanza del residence dove alloggiava Maria Denisa Adas

Le indagini si estendono anche all’analisi scientifica: la Procura ha ordinato perizie su DNA e impronte digitali trovate nella camera del residence dove soggiornava Maria Denisa e all’interno della sua Fiat 500, ancora parcheggiata nel cortile della struttura.

Secondo le ipotesi investigative, la scomparsa potrebbe essere collegata a un giro di prostituzione gestito da connazionali della vittima, attivi in più regioni italiane. Gli investigatori ritengono plausibile che la donna volesse allontanarsi da questo ambiente e che tale decisione possa aver provocato ritorsioni.

La Procura di Prato continua a lavorare per definire con precisione il ruolo dell’avvocato e per identificare eventuali altri soggetti coinvolti nel presunto sequestro. Tutti gli elementi raccolti vengono vagliati minuziosamente, con l’obiettivo di far luce su una vicenda che si sta rivelando sempre più intricata e oscura