Sconfitto il partito della droga: si sarebbe dato il via libera anche alle droghe pesanti

referendum droga

“Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum sulle sostanze stupefacenti, non sulla cannabis. Il quesito è articolato in tre sotto quesiti e il primo prevede che scompare tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, che non includono neppure la cannabis ma includono il papavero, la coca, le cosidette droghe pesanti. Già questo sarebbe sufficiente a farci violare obblighi internazionali”. Lo ha detto il presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato in conferenza stampa a Palazzo della Consulta.

Referendum, si voterà tra il 15 aprile e il 15 giugno

Sui cinque referendum dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale si voterà in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. La consultazione verrà indetta con decreto del Presidente della Repubblica dopo la decisione sulla data del Consiglio dei ministri. Tuttavia, se prima del giorno in cui è previsto lo svolgimento del referendum il Parlamento abroga le norme oggetto della consultazione, l’Ufficio centrale per il referendum dichiara che le operazioni relative non hanno più corso. Inoltre il referendum viene sospeso e si svolge l’anno successivo in caso di scioglimento anticipato delle Camere.

Gasparri: è un’ottima notizia

“Un’ottima notizia l’inammissibilità del referendum sulla cannabis. Il partito della droga è stato sconfitto. I fautori della morte e quelli che vorrebbero incoraggiare il traffico di droghe gestito dalla criminalità, perché di questo si tratta, hanno perso. Difendiamo la vita, sosteniamo chi recupera i tossicodipendenti, non chi vuole farli rimanere tali per sempre”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Invece scrive sui social Mario Adinolfi presidente del popolo della famiglia: “C’è quella canzone che fa ciao ciao, mi verrebbe da dedicarla a Fedez e Cappato, alla loro ansia di imporre leggi sbagliate e tristi. Sballo e suicidio non sono priorità per gli italiani, che vogliono lavoro e diritti sociali. Il no della Corte Costituzionale è il no di tutti noi”.

I radicali: mandati in fumo due milioni di firme

“Con questa nuova fumata nera bruciate quasi 2 milioni di firme raccolte per i referendum eutanasia e cannabis. Si tratta di sentenze politiche che cancellano la più grande mobilitazione popolare della storia recente. È un brutto giorno per la democrazia nel nostro Paese”. Così Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani a seguito della bocciatura della Corte costituzionale.

Bocciati i tre referendum più “popolari”

“Prendiamo atto che i tre referendum più popolari sui temi che più avrebbero interessato l’opinione pubblica dichiarati inammissibili, per cui complessivamente la vicenda referendaria, che comunque è da salutare come un fatto positivo, assume decisamente un peso marginale”. Così all’AdnKronos il presidente dell’Unione delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, commentando la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare ammissibili cinque quesiti referendari sulla giustizia ma inammissibili quello sulla responsabilità civile diretta dei magistrati, sull’eutanasia e sulla cannabis.