Scorie nucleari: quali sono i 7 Comuni del Lazio che “rischiano” di ospitarle

Nel Lazio sono 22 le aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. E’ quanto indicato nella Cnapi, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee elaborata dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin) che individua in tutto 67 zone dove localizzare in Italia il Deposito che dovrà contenere in sicurezza le scorie del nostro Paese.

Scorie nucleari: quali sono i Comuni del Lazio

In particolare le 22 aree del Lazio sono collocate in provincia di Viterbo. Nei comuni che comprendono i Comuni di Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano. Di queste 22 aree, però, quelle identificate con il colore verde, e quindi considerate più idonee, sono 7 (comuni di Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Corchiano).

Nucleare: il Lazio ospita già diversi siti delicati

La Regione Lazio ospita già le due ex centrali nucleari di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo. Nonché di Borgo Sabotino, in provincia di Latina. Oltre al Centro Ricerche dell’Enea Casaccia, nel Comune di Roma, dove si svolgono anche attività di studio e ricerca sulla medicina nucleare. Insomma, sotto questo punto ha già dato. Ma il rischio che una di queste zone finisca come sito di stoccaggio è concreto.

Questa notte, infatti, con il nulla osta del ministero dello Sviluppo Economico e del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sogin ha pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), il progetto preliminare. Vi sono poi tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permetterà di sistemare in sicurezza, e in via definitiva, i rifiuti radioattivi italiani.

Era un provvedimento da tempo atteso e sollecitato anche dalle associazioni ambientaliste. La misura dovrebbe consentire di dare avvio ad un processo partecipativo pubblico e trasparente. Al termine il governo definirà la localizzazione dell’opera. Il problema è quella contraddizione atavica che gli anglosassoni chiamano Nimby. Sono tutti responsabili e democratici, purché “Non nel mio cortile”.