Scossa anomala sentita in mezza Italia. Ecco le ipotesi sullo sciame sismico (video)

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La violenta scossa di terremoto di ieri nel mare Adriatico può propagarsi? Può esserci un bis? E’ questa la domanda sulla quale i sismologi si interrogano in queste ore.

Continua, infatti, lo sciame sismico nell’Adriatico centrale, colpito ieri da una serie di forti scosse dopo quella di magnitudo 5,6. Una quindicina quelle registrate solo nelle scorse ore, dalla mezzanotte alle 7,30, dall’Ingv, di magnitudo compresa tra 2,1 a 3,2, questa localizzata in mare a una profondità di 10 chilometri.

Di Giovambistta (Ingv): “Stiamo monitorando la situazione”

In un’intervista alla Repubblica Rita di Giovambattista, direttore del dipartimento terremoti dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia fa il punto. “A queste distanze non c’e’ nessun pericolo – spiega – A volte puo’ accadere che un terremoto rilasci lo sforzo sulle faglie vicine, ma solo nelle immediate vicinanze. I sismi in Italia centrale poi sono causati da un meccanismo opposto, di tipo distensivo. La geologia di questa zona e’ molto complicata”. Il sisma, pur piu’ vicino alla Croazia, e’ stato avvertito fortemente nel nostro Paese: dalle Marche alla Puglia, e perfino sul lato opposto della penisola, a Napoli, lungo la costa campana e quella del Lazio meridionale.

Scossa anomala? Non c’è allerta tsunami

“La placca adriatica e’ molto rigida, si spinge fin sotto all’Appennino e trasmette bene le onde sismiche – spiega di Giovambattista – C’e’ la spinta della placca adriatica sotto agli Appennini. Crea un movimento compressivo che e’ alla base sia della scossa principale di ieri che di quelle di assestamento. Nel pomeriggio ne abbiamo registrate oltre una trentina.

Tre hanno superato la magnitudo 4, con due a 4.1. Nel 1978 c’era stata una scossa di magnitudo 5: sappiamo che si tratta di una zona sismica, non siamo stupiti. In mare per fortuna i danni sono minori, ma abbiamo anche meno strumenti per capire quali sono i fenomeni che causano i terremoti. Anche fissare la profondita’ e’ piu’ difficile”. Riguardo al rischo tsunami, spiega di Giovambattista, “c’e’ stata quella che chiamiamo un’informazione. L’allerta scatta a magnitudo superiori. Abbiamo monitorato la situazione con le boe, ma non ci sono state anomalie”.