Scuola, la maggioranza degli italiani favorevole alla riapertura. Ma basta fare e disfare…

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La maggioranza degli italiani è favorevole al ritorno dei figli a scuola nella classe tradizionale, fisica. Insomma: in presenza. E’ quanto emerge dal sondaggio Emg-Different/Adnkronos condotto il 21 dicembre su un campione di 1523 casi rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne per sesso, età, regione, classe d’ampiezza demografica dei Comuni. Alla domanda “Lei è d’accordo al ritorno in classe degli studenti il 7 gennaio”, il 54% risponde affermativamente, il 32% ritiene che sia “troppo presto” mentre il 14% non risponde. Fra coloro che sono d’accordo al rientro in classe il 7 gennaio, il 53% sono uomini e il 54% sono donne.

Scuola, al Centro i più riottosi

Quanto alla distribuzione per età di coloro che sono favorevoli, tra i 18 e 34 anni lo sono il 36%, tra i 35 e 54 anni lo sono il 56%, oltre i 54 anni ad essere favorevoli sono il 54%. Dal punto di vista geografico, è nel Nord-est il picco dei favorevoli (63%), seguito dalle Isole (56%), dalle regioni continentali del Sud (52%) e, fanalino di coda, il Centro (42%). Il sondaggio è stato condotto con il metodo della rilevazione telematica su panel, su un totale di 2000 contatti e con tasso di risposta del 76%; rifiuti/sostituzioni 477 (tasso di rifiuti 24%), e presenta un intervallo fiduciario delle stime del 2,3% in più o in meno.

Le province al governo: maggiore prudenza

“Comprendiamo e condividiamo le intenzioni del Governo di riportare alla normalità la situazione delle scuole secondarie superiori, che stanno sopportando il peso di misure molto gravose dall’inizio della pandemia. Ma le misure e gli interventi straordinari che siamo stati costretti a prendere in questi mesi ci devono ispirare maggiore prudenza”. E’ quanto afferma il presidente dell’Upi, l’Unione delle Province, Michele de Pascale, in una lettera inviata ai ministri Boccia, De Micheli, Azzolina, Lamorgese e Speranza, in vista della prossima riunione della Cabina di regia che dovrà varare le Linee guida sul rientro a scuola in presenza delle scuole superiori, previsto per il 7 gennaio.

Il cambio di indirizzo non deve ripetersi

De Pascale osserva che “il continuo cambio di indirizzo sui due milioni e mezzo di studenti medi che ci ha fatto prima chiudere tutto, per poi far tornare tutti in presenza, salvo poi richiudere frettolosamente tutto di nuovo. Con ripercussioni sui ragazzi, sulle loro famiglie e su tutto il mondo della scuola, non deve ripetersi. Abbiamo il dovere di trovare con equilibrio risposte efficaci e durature, che assicurino a tutti il ritorno in classe fino alla fine dell’anno”. Anzitutto, “dobbiamo prima di tutto prendere atto che, le ragioni che sono alla base della limitazione al 50% della capienza del trasporto pubblico locale, non sono compatibili con una riapertura che preveda il rientro da subito degli studenti in presenza in classe al 75%. Le due misure non sono coerenti”.

Dare risposte al mondo della scuola

Scrive il presidente dell’Upi: “In queste settimane, abbiamo collaborato molto positivamente con le Prefetture e in tutte le Province e le Città metropolitane. Sono stati aperti i tavoli di coordinamento, da cui sono emerse alcune criticità. Che occorre affrontare prima del 7 gennaio, per dare risposte chiare agli studenti, alle famiglie e a tutto il mondo della scuola”. Criticità che l’Upi chiede al Governo “siano risolte. A partire dal programmare l’avvio in presenza in maniera graduale, cominciando con un 50% in linea con la capienza massima del trasporto pubblico, per aumentare poi in seguito al monitoraggio costante dell’andamento del virus”.

Potenziare i trasporti

De Pascale chiede poi di “mettere a disposizione di Comuni e Province servizi di trasporto aggiuntivi. Bus turistici e auto di noleggio privato, riservando questi mezzi al solo utilizzo del trasporto scolastico. E di assicurare per le scuole percorsi privilegiati e dedicati di contact tracing. Per disporre di un monitoraggio continuo dell’andamento dell’epidemia all’interno dei plessi e permettere una risposta immediata da parte delle autorità sanitarie”. Infine, “prevedere risorse dirette ai servizi aggiuntivi che saranno necessari sia per il trasporto pubblico locale che per il trasporto scolastico dedicato”.