Scuola, che confusione: certo non si può aprire e chiudere a singhiozzo

scuola aprire chiudere (2)

Contenuti dell'articolo

Scuola, mai tanta confusione come in questo momento. Quello che è certo è che non si può continuare a riaprire e chiudere. Poi arrivano le ondate… Invece con il ritorno in zona arancione, Roma Capitale riapre da domani tutti i nidi e le scuole dell’infanzia capitoline. Ma c’è chi la pensa diversamente da quelli che dicono che la scuola non c’entra niente con l’aumento dei contagi. “In linea generale per i bambini e i ragazzi che sono a scuola senza mascherina il pericolo sta nel prima e nel dopo della scuola. Nel trasporto pubblico prima, e poi non c’è giardinetto pubblico dove sulle panchine non si vedono gruppetti di ragazzi a grappolo, spesso senza mascherina”. Lo ha dichiarato Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, a SkyTg24.

La scuola? Ma certo che incide sui contagi

“Queste sono situazioni che alimentano il diffondere dell’epidemia. Bisogna essere consapevoli e intervenire su questo nelle maniere lievi in modo da non esser sempre prescrittivi con i ragazzi. Serve qualche programma che cerchi di sviluppare la responsabilità forse andrebbe più intensivamente sviluppato”, ha aggiunto Galli. “Affermazioni tipo che le scuole non sono elemento di disturbo e di pericolo, in base ai dati che vedo io, mi sembrano azzardate. Purtroppo sono un elemento di pericolo, specie in presenza di varianti che incidono anche su bambini e ragazzi”. Sui test salivari sono d’accordo e sto provando a sviluppare idee per un’apertura che ci consenta di essere in sicurezza.

Test salivari a tappeto aiuterebbero

Dichiariamo onestamente che il problema ha anche implicazioni negative, ma intanto, siccome la scuola e la scuola in presenza sono beni primari, individuiamo strumenti adeguati a consentirle”. “Mi auguro che i test salivari a tappeto possano rappresentare un elemento di protezione importante – ha concluso Galli -. Tamponare tutti i bambini è invasivo e traumatico, ma test salivari con conferma dal tampone eventualmente è un’altra cosa. Vaccinare, vaccinare, vaccinare resta la prima cosa, ma fino a 16 anni non possiamo farlo”.

Se apriamo la scuola non possiamo aprire altro

“Da un punto di vista sociale, sono convinto che le scuole debbano essere le prime a riaprire e le ultime a chiudere. Detto questo, c’è bisogno di un adeguato livello di sicurezza nelle scuole, compresa anche la questione trasporti. E dobbiamo essere consapevoli che, se riapriamo le scuole, non possiamo riaprire altro”. Lo ha precisato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe su Radio Cusano Campus. “In questo senso – ha osservato – la decisione di aprire le scuole va di pari passo con la decisione di lasciare l’Italia in rosso e arancione fino a fine aprile, altrimenti il sistema non regge”.

Organizzarsi per utilizzare gli spazi all’aperto del Lazio

Insomma, le cose non sono per niente chiare. “C’è poca chiarezza riguardo quello che accade nelle scuole. Quando si tratta di scuola e quindi dei nostri figli è necessario mettere tutto l’impegno in campo e trovare delle soluzioni. Ancora non ci sono studi che indichino quanto incida la scuola nell’aumento dei contagi”. Lo ha affermato Jacopo Marzetti, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Lazio. “La cosa peggiore che possiamo fare – ha aggiunto – è aprire e richiudere ad intermittenza. Anche gli adolescenti stanno vivendo momenti di estrema difficoltà, lo vediamo anche dai recenti fatti di cronaca. Il clima mite ci permetterebbe di utilizzare gli spazi all’aperto, ma anche quelli coperti dei circoli privati, delle parrocchie. Ora nel Lazio riapriranno i nidi e le elementari, ma con organizzazione del tutto relativa, non vedo soluzioni che siano state messe in campo per garantire la continuità”.