Se le scuole riaprono adesso, a Natale si rischia l’ecatombe

scuola conte e azzolina (2)

Ma quando riaprono queste scuole? Il governo, pressato dal ministro Azzolina, vorrebbe riaprirle il 9 dicembre. Ossia il giorno dello sciopero generale dei dipendenti pubblici, e a dieci giorni dalle vacanze di Natale. Così a Natale potrebbe esserci una ecatombe di nonni. Il governo non ha ancora collegato il fatto che la seconda ondata è esplosa proprio col frettoloso riaprire delle scuole. E adesso rischiamo di nuovo, per un puntiglio isterico del ministro e del governo. Sarebbe da irresponsabili riaprire le scuole a dicembre: se riaprono e arriva la terza ondata, per Conte, Azzolina e compagni sarebbe la fine. Gli stessi presidi non sono troppo d’accordo.

I presidi: irrealistico riaprire ora le scuole

«Siamo tutti ovviamente a favore della scuola in presenza. Ma dobbiamo assicurarci che questo avvenga in sicurezza». Lo dice al Messaggero Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, in merito alla eventualità di tornare a scuola il 9 dicembre. «Ci sono aspetti fondamentali ancora da affrontare – spiega – sono questioni da risolvere per poter guardare realmente alla didattica in presenza. Solo in quel caso il rientro in classe sarebbe ipotizzabile. Altrimenti direi che è irrealistico parlare della riapertura delle scuole. Non sarebbe un ritorno in sicurezza». Il rischio, dice ancora Giannelli, è «Quello di ritrovarci nella stessa situazione che ci ha portato a chiudere. Adesso come a gennaio, voglio dire, questi problemi vanno risolti».

Manca tutto nelle scuole

«Servono i supplenti nelle scuole, ne mancano ancora in molte scuole. E’ un problema a macchia di leopardo ma basta vedere quanti istituti non riescono ancora a garantire il tempo pieno o comunque, per i più grandi, l’orario completo. Le scuole non possono erogare il servizio perché non hanno tutto l’organico. Si tratta di docenti e personale ata, vale a dire amministrativi e bidelli». «E’ impensabile immaginare di fare turnazioni in queste condizioni – aggiunge – è inutile parlarne. Prima ci sono stati i problemi con le graduatorie, all’inizio dell’anno scolastico, ora invece i precari non rispondono alle chiamate perché non si vogliono spostare. Forse incide anche la paura del Covid o di restare lontano da casa durante una pandemia».

Dopo aver fatto tanto ora si ripiomba nell’incubo

Per riaprire le classi «Serve un vero potenziamento del trasporto pubblico locale – prosegue -. Le scuole hanno fatto tanto per mettersi in sicurezza e ora dobbiamo vedere, di nuovo, la ressa dei ragazzi sui bus appena escono da scuola?». E poi: «Potenziare anche i rapporti con le Asl, laddove non sono efficaci. Servono i presidi ad hoc, per intervenire con i tamponi e il tracciamento dei casi sospetti. Abbiamo chiesto più volte di organizzare dei presidi medici, anche nelle scuole, con l’aiuto della protezione civile. Altrimenti passa troppo tempo e con le quarantene le scuole si bloccano di nuovo». «Innanzitutto dobbiamo vedere se davvero i contagi permetteranno una riapertura. In quel caso l’unica possibilità sarebbe quella di procedere scuola per scuola. Ma come si fa?».

Zaia e De Luca: governo irresponsabile

Lo dicono anche due governatori che, a differenza del governo, sono stati eletti con grande consenso. “Riaprire le scuole il 9 dicembre in fretta e furia è un errore: è una data troppo vicina e poi dopo solo dieci giorni, bisogna richiudere per le vacanze di Natale”. Lo ha sottolineato il presidente del Veneto Luca Zaia oggi. “Ho proposto di fissare una data credibile per la riapertura, dopo il 7 gennaio, il 10 gennaio o a febbraio. Nel frattempo lavoriamo tutti per arrivare preparati a questa data”. Il governatore del Veneto ha tenuto a sottolineare quindi “ha nessuno credo piaccia la scuola a distanza, ma va considerato che le infezioni scolastiche ci sono e sono significative”.

Non ci sono parole per quanto sta accadendo

Lo stesso dice De Luca: “Al di là delle chiacchiere che di solito si fanno in queste riunioni, è emersa una cosa concreta: l’orientamento di riaprire le scuole il 9 gennaio. Mi auguro che le scuole si aprano a gennaio, evitando di incentivare la ripresa del contagio”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Una delle cose più sconvolgenti a cui abbiamo assistito in queste settimane – ha aggiunto De Luca – sono le posizioni del ministro dell’Istruzione, spalleggiata dal presidente del Consiglio. Voglio mantenermi con toni molto misurati, ma si poteva immaginare di aprire le scuole il 9 dicembre, poi chiuderle due settimane per le feste di Natale, poi riaprirle a gennaio? Veramente non ci sono parole. Siamo in un Paese nel quale le cose più semplici, quelle di buon senso, sono una conquista”.