Sei nomade? Ecco la casa popolare. Che per gli Italiani resta un sogno

Se sei un nomade, allora potresti facilmente aver diritto a una casa popolare. Oltre che a un contributo a fondo perduto di ben 10 mila euro. Se decidessi di abbandonare la baraccopoli del campo dove risiedi, per avere finalmente una dimora fissa e dignitosa. Peccato che invece tutto questo non valga per gli Italiani in difficoltà. Con le graduatorie ferme da anni anche per chi avrebbe sacrosanto diritto all’alloggio. Ed è costretto ancora a dormire in macchina con la propria famiglia. È la denuncia che arriva dal responsabile regionale del Dipartimento sicurezza e legalità di Fratelli d’Italia Federico Rocca. Che non ha usato mezzi termini per denunciare quanto sta accadendo. Il razzismo non c’entra nulla, ha subito precisato Rocca. A scanso di equivoci e per evitare i soliti ritornelli. Ma per i Romani 10 mila euro di contributi alle famiglie rom per lasciare i campi sono veramente uno schiaffo in faccia. Anche perchè ad oggi nessuna famiglia italiana al di fuori dei campi ha ricevuto un analogo compenso dall’amministrazione capitolina. E sempre per i nomadi, la Raggi ha previsto anche il contributo  per l’affitto qualora dovessero trovare una casa. Tutto questo ci sembra francamente troppo.

Roma sui campi nomadi è maglia nera. E oltre trecento insediamenti sono fuori controllo

Rocca (FDI), assurdo dare 10 mila euro ai rom per lasciare i campi. E il contributo per l’affitto spetta prima agli Italiani

Diecimila euro per lasciare i campi, contributo all’affitto e anche per avviare una nuova attività di impresa. Ma solo se sei rom. E almeno sulla carta decidi di cambiare abitudini di vita. Queste alcune delle perle denunciate da Federico Rocca, esponente di Fratelli d’Italia. Che bolla direttamente il Piano nomadi della Raggi come fallimentare.A molti viene il sospetto che i veri discriminati dalla Raggi siano proprio gli Italiani e i cittadini romani, prosegue Rocca. Per loro non c’è tregua, il fisco li insegue anche per recuperare 50 centesimi. Per non parlare delle cartelle esattoriali e di tutti gli altri balzelli. Peccato però che nessuno controlli i depositi bancari di alcuni dei residenti nei campi rom. Ai quali sarebbe interessante chiedere come fanno a vivere. Visto che si dichiarano nullatenenti. Mentre i buonisti di turno li difendono con scuse a dir poco ridicole.

Molti residenti nei campi sono cittadini comunitari. E per loro il rimpatrio sarebbe ancora più facile

Altro argomento centrale e’ quello dei rimpatri. Senza i quali la questione del progressivo svuotamento dei campi nomadi è destinata a rimanere solo un buon proposito scritto sulla carta. Molti rom potrebbero essere rimandato facilmente nei Paesi di origine, spiega Rocca. Perché la maggior parte di loro non possiede i requisiti previsti dalla direttiva CE 38/2004. Che stabilisce chi possa vivere in uno Stato membro dell’Unione per un periodo superiore a sei mesi. Altro punto invece per i nomadi non comunitari, per i quali sarebbe sempre possibile verificare la regolarità del permesso di soggiorno. Ecco perchè è ora di dire basta e di aprire gli occhi, conclude Rocca. E di fermare lo sperpero di denaro pubblico a favore dei campi rom. Bisogna stabilire regole chiare e rispettare le leggi già esistenti. Perché i Romani non meritano di spendere 30 milioni di euro l’anno per tenere in piedi queste realtà. E in cambio avere una città sommersa dal degrado con servizi inesistenti.

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